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Aggiornato: 2 maggio 2025
Appena da Castel S. Angelo vien dato il segnale con un colpo di cannone, tuonano le artiglierie sul Pincio, e la girandola come un'eruzione vulcanica, o un fiume di fuoco, si slancia fumando e sibilando dalla spianata che sovrasta la facciata del Pincio. Sorge da terra simile a un manipolo gigantesco di grano, o ad una pianta di palma, e fischiando, scoppiettando, sale verso il cielo che pare voglia ricoprire per met
Il signor Del Crema, viso paonazzo grondante di sudore, spinge affannosamente alla ribalta la sua eloquenza e la sua pancia, botti spaccate che schizzano, tuonano, sputacchiano, inaffiano rosso. I suoi paroloni-piedoni pigiano l'uva dell'assemblea. Come, dove salvarsi? Vedo mani sul viso, parafanghi. Braccia alzate come parafulmini. Tutti i cappelli delle signore abbassati, paralumi.
.... Penso agli atleti dell’idea, che, accesi D’ansia febbril la generosa mente, Martiri e duci, fra le turbe ignare Tuonano a pugna: Penso a chi veglia, s’affatica e muore Disconosciuto.... e dal mio seno irrompe Alto echeggiando su la terra un grido: Forti, salvete!
Oggi, i vostri cannoni tuonano contro le nostre mura, le vostre bombe scendono sulla citt
Si levava il giorno 27 fosco in vista; il sole procedendo cinto intorno di nebbia pareva che presago della strage imminente repugnasse illuminarla: i francesi tuonano con cinquanta cannoni messi in batteria; il casino Savorelli all'incessante tempestare si sfascia; giù il tetto della Chiesa di San Pietro a Montorio, dopo il tetto vacilla il campanile, poi anch'esso giù a pezzi, di cui parte dentro la Chiesa, e parte fuori; la Villa Spada sottosopra; i nostri non isbigottiscono alla bufera, le Batterie undecima, e duodecima del nemico scassinano, ma i Francesi ne hanno drizzate su tante, che ometterne una o due non nuoce; e' ci fu pompa per la parte loro di distruzione, lusso, prodigalit
Tra quei rifuggiti, molti n'avea di buona fede, che disinteressantemente amavano la patria, ricordavano i passi che aveva fatto mentre si governava a comune, e vagheggiavano la gloria di renderla a quel franco stato, durante il quale tanto era progredita. E per l'abitudine, tanto più naturale all'uomo quanto è più giovane e sincero, di supporre in altrui i proprj sentimenti, credevano che i compagni della sventura e del servaggio fossero anche compagni d'affetti e di pensieri; e che per via di ragioni si potrebbe, non che Milano, tutta Lombardia ridurre concorde nel non tollerare un'ingiusta oppressione. E a dimostrarla ingiusta ricorrevano alla storia, fievole voce dove tuonano altre più robuste; e ricordavano i tempi della Lega Lombarda, e l'ultimo atto ove i nostri aveano espresso la loro volont
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