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Aggiornato: 8 luglio 2025
91 Quivi si ferma il corridore al fine, ma non si può guidar, che non ha freno. Il Tartaro lo tien preso nel crine, e tutto è di furore e d'ira pieno.
Fisso AMEDEO ne la scolpita istoria Dal profondo del cor tragge tai detti: Felicissimi spirti, a tanta gloria Dal monarca del cielo in terra eletti. Sì parla; e tuttavia volge in memoria Le meraviglie de i divini effetti; Ed in quei marmi tien la vista intenta, Quando il mostro infernal gli si presenta.
Tien per l'alto il padrone, ove men rotte crede l'onde trovar, dritto il governo; e volta ad or ad or contra le botte del mar la proda, e de l'orribil verno, non senza speme mai che, come aggiorni, cessi fortuna, o più placabil torni.
Natura non pur l'uomo, ma, piú d'uomo se cosa altéra nasce, per la chioma la tien al segno; egli la grave soma, volendo o no, sen porta, umile e domo. «Nescit vox missa reverti». HOR. Sí; quando l'arte mia non vi s'arrisca opporsi a quante passioni ed onte fargli può mai quella soperba fronte, ch'ei sotto soi flagelli s'invilisca.
64 Che ha costei che t'hai fatto regina, che non abbian mill'altre meretrici? costei che di tant'altri è concubina, ch'al fin sai ben s'ella suol far felici. Ma perché tu conosca chi sia Alcina, levatone le fraudi e gli artifici, tien questo annello in dito, e torna ad ella, ch'aveder ti potrai come sia bella.
È facile vedere dove si annida il paradosso di questa teoria. Essa tien conto dell'aumento di ghiaccio che può corrispondere a una maggiore evaporazione dei mari, ma non dell'aumento di consumo che è prodotto nella massa di ghiaccio da un aumento di temperatura.
Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme, e gridavan si` alto, ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto. <<Vegna Medusa: si` 'l farem di smalto>>, dicevan tutte riguardando in giuso; <<mal non vengiammo in Teseo l'assalto>>. <<Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; che' se 'l Gorgon si mostra e tu 'l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso>>.
Ecco i gioielli.... E il principe tolse da un cassetto, ove li avea riposti, varii astucci. Il negoziante russo guardò i diamanti e impallidì.... Prese una lente, che portava sempre con sè, raccostò all'occhio destro, e guardò di nuovo. Poi riposò sul tavolino i gioielli e la lente. Ma non parlava. E dunque? chiese il principe. V. E. tien molto a questi gioielli? domandò Samuele.
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica non vide mai si` gran fallo Nettuno, non da pirate, non da gente argolica. Quel traditor che vede pur con l'uno, e tien la terra che tale qui meco vorrebbe di vedere esser digiuno, fara` venirli a parlamento seco; poi fara` si`, ch'al vento di Focara non sara` lor mestier voto ne' preco>>.
FACIO. Mira bene che non facci errore. PELAMATTI. Egli è certissimo. Non vedete che le tien sovra? FACIO. Giá le conosco. Taci tu, lascia dire a me. Galante uomo, vi vorrei dir due parole. Sto ragionando con questi gentiluomini di cose d'importanza. FACIO. Adesso adesso vi spediremo. FACIO. Vorrei sapere se sète Facio, dottor di leggi. PANURGO. Perché me ne dimandate?
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