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In Francia a Pipino succedono i figliuoli Carlo, che poi fu detto magno, e Carlomanno. Stefano chiede a Desiderio le citt

Stefano, giorni 45 di detenzione e L. 50 di multa Oppizio Angelo, anni 2 di reclusione e 2 anni di sorveglianza Lazzari Costantino, anni 1 di detenzione e L. 300 di multa Gatti Oreste, mesi 2 di detenzione e L. 50 di multa Ghiglioni Achille, anni 1 di detenzione e L. 300 di multa Valera Paolo, anni 1 e mesi 6 di detenzione e L. 500 di multa Valsecchi Antonio, mesi 1 di detenzione e L. 50 di multa Kuliscioff Anna, 2 anni di detenzione e L. 1000 di multa Don Davide Albertario, direttore dell'Osservatorio Cattolico, 3 anni di detenzione e L. 1000 di multa.

Stefano andava a Treviso a vedere gli amici, e s’informava esattamente di tutto quello che veniva tentato per l’emancipazione del paese. Era il tempo dei Comitati secreti e del prestito di Mazzini. Come in tutte le parti soggette all’Austria, così anche a Treviso i patriotti corrispondevano segretamente cogli emigrati in Piemonte e in Francia, e apparecchiavano l’avvenire.

Salutato costui e lasciatogli le sue istruzioni, preso commiato dalla adolescente sposa di lui, che sperò invano di ritenerlo qualche ora, mosse per San Domenico alla porta di Santo Stefano, fuor della quale lo attendeva Pietro Gentile colla scorta dei balestrieri a cavallo. Ed era anche l

Stefano aveva ripetuto la notizia alla lavapiatti, una massiccia montanara del Bellunese, con la quale, di nascosto della siora Placida, egli era in ottimi termini, e colei ne aveva parlato in segreto a uno dei barcaiuoli che godeva di qualche sua preferenza furtiva.

Il diritto è il medesimo che appare sui grossi di Stefano Dusciano e d'Urosio suo figlio; offre cioè il santo patrono della comunit

Il capitano accompagnò Stefano a Treviso di buon mattino, e dopo la celebrazione del matrimonio, montarono in carrozza colla sposa e suo padre e tornarono alla villa. La buona Maddalena li aspettava sulla porta, Beppina si gettò nelle sue braccia.

Nel momento che Stefano altrove torceva il fiero cipiglio, ei riguardava la bella, nelle accese luci raccoglieva il fuoco dell'alma, e in un baleno tutti le esprimeva i sensi ascosi.

Talamone, nel tempo della visita dei Mille, aveva un povero forte, poveramente armato, comandato da un ufficiale e da pochi veterani. I Mille avrebbero trovato cosa facile impadronirsene, anche scalandolo. Ma non sembrò conveniente, perchè si sarebbe fatto del chiasso, e poi non s'era certi di trovare in quel sito quanto abbisognava, mentre nel vicino S. Stefano, ove esisteva altro forte ed un battaglione di bersaglieri, v'erano più probabilit

Mosè entrò nel salotto col volto turbato, dicendo che c’erano di fuori due figure antipatiche che volevano parlare col signor Stefano. Stefano impallidì, il capitano se ne avvide e gli disse: