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Dopo questa lotta disperata il sacerdozio co' nervi recisi ebbe a cascare in balia di Filippo: per lui fu eletto Bertrando di Got, il quale tolse nome di Clemente V; francese questo, e nello stato in cui si trovava che resistenza poteva egli opporre al re superbo? Tuttavia da quello astuto prete, ch'egli era, quanto non ispettava al sacerdozio facile concedeva; l'altro no, schermendosi artatamente; così per compiacere a Filippo egli gli condannò i Templari, di cui Filippo arraffati i beni costrinse gli Spedalieri a comprarli; cassò la bolla della scomunica, lui e i complici suoi mandando assoluti; gli concesse le decime per la guerra di Fiandra; e più oltre gratificando il temuto sire (deh! perchè lo spirito di Filippo il Bello non torna a soffiare sul reame di Francia?) tolte le tende da Roma andò a piantarle in Avignone; ma la truce voglia di disotterrare il cadavere di Bonifazio, e darlo al fuoco respinse; bene lo fece giudicare intorno all'accusa di eresia; ma di leggeri uomo si persuade, ch'egli mettesse in opera ogni industria, affinchè il Concilio di Vienna lo rimandasse, come avvenne, assoluto. Il papato adesso si arrampica da questa parte o da quella con perdita continua della sua autorit

Al fog. 123 a t. si leggon altri simili diplomi dati il 29 aprile, indirizzati agli Spedalieri di S. Giovanni in Barletta e Capua. Diploma dato di Napoli 5 maggio duodecima Ind. Il vicario chiama alcuni armigeri pisani in suo aiuto, a' suoi soldi. Nel r. archivio di Napoli reg. cit. 1283, A, fog. 131 a t. Ibid. diploma di Napoli 7 maggio duodecima Ind.

La prima sorse in un ospedale de' vicini benedettini di Montecassino, e dalle tradizioni unite de' greci e degli arabi occidentali, aiutate poi al tempo delle crociate da quello zelo che fece sorger allora in Palestina e in Europa tanti ordini spedalieri, tanti spedali e tante lebbroserie.

Non irragionevoli sospetti sulle amministrazioni dei due spedali Grande e di S. Bartolomeo lasciavasi sfuggire il Villabianca. Gli spedalieri, egli diceva, son perpetui, ed «è facile assai e assai [più] di una volta prevaricare. Non vi è più dannoso nelle opere pubbliche, e sopra tutto opere pie, che la perpetuit

Frattanto, mentre in Terraferma, smarritesi le tradizioni della filosofia italiana, si correva dietro al sensismo francese, in Monreale si facevano strada le dottrine di Vincenzo Miceli, condivise da compagni e da scolari devoti di lui. Ma quelle dottrine incontravano pure energica, gagliarda opposizione. Miceli, che in patria era un novello Pitagora, si confondeva in Palermo con Spinoza; Miceliani e Spinosisti, messi dagli avversarî in combutta, venivano, siccome nemici d’ogni principio morale, assaliti. L’accusa si estendeva anche a Niccolò Spedalieri, il quale come maestro di sacra Teologia in un seminario cattolico (Monreale) era posto in mala voce; il che dovea al futuro scrittore dei Diritti dell’uomo dar occasione della sua partenza per Roma. Preti e frati dentro Monreale e Palermo si arrogavano il diritto di privativa di sistemi con la relativa infallibilit