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Aggiornato: 20 giugno 2025
Non ci mancava che lui per completare la corona dei santi, dice Guiberto sorridendo.
Il dottore, allegro di essere riuscito ad interessare Bice con quel discorso, si lasciò battere volentieri. L'eterna guerra fra la scienza e la filosofia! replicò sorridendo: voi ci accusate di non capire, noi vi accusiamo di non fare. Tu dovresti stare per la scienza, Bice, e farci il thè. Trecentoventinove, proruppe Giorgi: dottore, Prinetti ha bisogno di voi, sta male.
Ero felice e mi ha avvelenata la vita; ero stimato e non sono più che un miserabile... e mi domanda freddamente, sorridendo, che cosa mi ha fatto di male?!... Ma, in nome di Dio, tanto male mi ha fatto, tanto male, che avrei ragione di strozzarla colle mie mani!...
Doveva essere anche intelligente. Vi piace quel fanciullo? chiesi al dottore. Carino! mi rispose costui sorridendo. Come vorreste che fosse, per chiamarlo bello? Bruno forse? Forse.
Non dovevi lavorare intorno a Villon? seguitò Ariberto. Mi avevi detto, se non erro, che avresti cercato alla Biblioteca Nazionale ciò che ti occorre? C'è tempo, rispose Folco. Ora Gioconda deve divertirsi. Tocca alla contessa richiamarti al lavoro. -osservò Ariberto, sorridendo per attenuare nelle parole il senso di rimprovero. La contessa volse il capo lentamente.
Questa si alzò lentamente e gli andò vicino, sempre seria, sempre imbronciata. Anche tu?... Che cosa ti occorre? le domandò lo zio sorridendo con affabilit
Oh! rispose Certi alleati talvolta possono nuocere più che giovare! Ma suo padre non le badò; scrollò il capo sorridendo, poi, tornato serio, disse: Gli alleati, per lo meno, debbono essere prudenti, e non far sapere ad altri... E questo divieto aggiunse un senso di sgomento alla profonda impressione prodotta dalle rivelazioni di lui. Ella stava per dirgli: Senti, babbo!...
E vi divertiste, cavaliere, nel vostro viaggio? domandò dopo un momento il duca sorridendo. Sì, rispose pure sorridendo il conte; a Venezia vidi delle bellissime feste pel re di Francia, feste, di cui qui in Sicilia non si ha alcuna idea. Ed intanto pensava alle tanto noje subite ed a certe scene, di cui il duca avrebbe riso se fosse stato presente. Ne ho piacere, rispose don Francesco.
A salutarlo! esclamammo noi sorridendo. Sì, a salutarlo. Oh! vorrei vederlo! Davvero! Vorremmo vederlo!
Scioglierò io la grave questione, siccome colui alieno d'ogni spirito di parte, disse sorridendo il giovine polacco. Il paragone che tu hai fatto dei due vini è giustissimo; l'uno difatti è spirito, l'altro direi che è corpo, ambedue però egualmente squisiti. La questione adunque è puramente di gusto, chi preferisce l'uno e chi l'altro, perchè il mondo cammina per antitesi, cammina con inclinazioni, con gusti opposti. Bacco creò quei vini in due momenti diversi. Fiacco, spossato, volendo rinvigorire le sue forze e porre un po' di fuoco nelle vene, creò quelli del Reno. Gi
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