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Quando, dieci minuti dopo, una mano venne ad accarezzarlo e tirandolo fuori dalla colombaia lo rivoltò, lo rovesciò per liberare la sua zampetta destra dal tubetto pieno di vittoria, Pagiolin sonnecchiava. Non fece all'amore quella notte, era troppo stanco; e la sua fedele Vluuruuuum si accontentò di vegliare il suo sonno quieto, ma di quando in quando scosso da un sogno convulso e angoscioso.

A un fischio di locomotiva, breve, acuto, lontano, egli si riscosse, si guardò intorno. La stazione era ancora deserta; il padrone del Caffè sonnecchiava dentro un bussolotto illuminato dalla fiamma gialla d'una lampada a gas; il cameriere, dinanzi al banco delle vivande, parlottava con un manovratore. Egli ripiegò la lettera e la richiuse nel portafogli. Si versò un poco di latte e di , ne assaggiò un sorso, e ripose la chicchera. L'orologio, sul quadro dell'orario, segnava le otto e un quarto. A quell'ora ella doveva essere gi

Tra il signor Maurizio e il castellano della Balma si era fatta la pausa un po' lunga. Il terzo, che sonnecchiava così bene sul piccolo canapè di ferro, ne era stato svegliato in soprassalto, come avviene in istrada ferrata al fermarsi improvviso del treno.

S'alzava presto la mattina perchè il letto le diveniva intollerabile, e sonnecchiava distesa sul divano, parlando a monosillabi; o ingannata dall'aspetto fallace del giorno, voleva uscire a passeggio e ne ritornava colle membra rotte, pensando forse che la nostra vita senz'angustie finanziarie, senza obblighi eguali, senza occupazioni grevi, era infinitamente più odiosa di quella che conducevan le famigliuole incontrate per via, beate del sole, gaudenti di poche ore libere.

Enrico Cavacchioli sonnecchiava e sognava ad alta voce: Io sento ringiovanire il mio corpo ventenne!... Io ritorno, d'un passo sempre più infantile, verso la mia culla.... Presto, rientrerò nel ventre di mia madre!... Tutto, dunque, mi è lecito!... Voglio preziosi gingilli da rompere.... citt

Un bovaro, di pelo rosso, sonnecchiava in un angolo, tenendo ancora fra i denti la pipa spenta. Due giovinastri, scarni e biechi, giocavano a carte, fissandosi nelli intervalli con uno sguardo pieno d’ardore bestiale. E l’ostessa, una femmina pingue, teneva fra le braccia un bambino, cullandolo pesantemente.

Eh? Sonnecchiava un sensuale, in te; e quando incontrò la donna che seppe risvegliarlo.... Ah, Raimondo, come lo seppe, Nicoletta! Mi ha reso pazzo d'amore. Se non avessi potuto sposarla, credo che mi sarei ucciso. Fissandolo, da scrutatore, con una leggera espressione di mestizia sul volto. Ed è sempre come il primo giorno? Più, più ancora se è possibile. Vivo di lei e per lei.