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Aggiornato: 16 luglio 2025


Soltanto, in quei giorni quaresimali, vicino alla Pasqua, colla nuova casa da ordinare, era tanto occupato che di rado poteva passare la sera cogli sposi. E mentre essi deploravano la sua assenza, egli, solo nel suo studio squallido come una cella da frate, si sforzava di leggere o di studiare, ma rimaneva sempre cogli occhi fissi senza veder nulla, mentre le lagrime gli sgorgavano sulle pagine.

Lalla aveva preso un fiore dalla cesta di mezzo al tavolo e in punta di piedi si sforzava per aggiustarlo nell'occhiello dell'abito di Giorgio, arrabbiandosi con attucci piacevoli, perchè non ci riusciva. Giorgio, innamorato più che mai, aveva circondato con un braccio il bel vitino della fanciulla e parlandole fra i capelli, le domandò la grazia di un bacio.

La trasformazione esterna di Maria attirò l’ammirazione di Silvio che si sentiva attratto verso di lei da una forza arcana, come il ferro verso la calamita, che egli voleva dissimulare, alla quale si sforzava di resistere, animato dal dovere, dal rispetto, dall’onest

E mentre Paolo, assistito dalle signore, da miss Elsa in particolar modo, si sforzava di mostrarsi meno sofferente che non era, il signor Kyllea conduceva parecchi visitatori a osservare i guasti del giardino che sembrava percosso da un uragano, e i guasti lassù, dove bisognava ricominciare da capo l'opera di muratura del condotto dell'acqua.

Luchino poi aveva cominciato a mostrarsi rigoroso cogli uffiziali di Corte, i quali avessero angariato o rubato ai cittadini, e con tormenti li sforzava a palesare gli illeciti guadagni. Chi fosse tinto di questa pece aveva dunque, come diceva Lucio, una museruola alla bocca per tacere e fare a modo.

Il periodo latino che ci ha servito finora era un gesto pretensioso col quale l'intelligenza tracotante e miope si sforzava di domare la vita multiforme e misteriosa della materia. Il periodo latino era dunque nato morto.

E il simigliante si sforzava di fare dell'ossa dell'autore a eterna infamia e confusione della sua memoria, se a ciò non si fosse opposto un valoroso e nobile cavaliere fiorentino, il cui nome fu Pino della Tosa, il quale allora a Bologna, dove ciò si trattava, si trovò, e con lui messer Ostagio da Polenta, potente ciascuno assai nel cospetto del cardinale di sopra detto.

Conclusione. La «Serenissima» si apparecchiava adunque a scomparire sotto una marèa montante di contraddizioni tristi ed anche ridicole. Essa voleva sinceramente la pace con tutti e si sforzava di preparare delle armi lògore e spuntate; fidava palesemente nelle dichiarazioni di neutralit

La signora d’Argencourt, sospettando che avessero fatto ciò per tema che sua figlia non avesse la pretensione di farsi sposare dal re, si sforzava di rassicurare il cardinale e la regina madre, dicendo loro che ella non mirava alto, ma che aspirava soltanto al posto di favorita!

Le quali parole non avevano rassicurata l'amorosa donna che a mezzo; e vedendo essa di tanto in tanto più tristamente pensosa e più annuvolata la faccia del marito, l'inquietudine di lei ripigliava più forte, quanto più si sforzava ad immaginare ed argomentare le ignote ragioni di quella tristezza. Il capitano, da parte sua, s'era accorto di qualche cosa riguardo alla figliuola.

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