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Aggiornato: 4 giugno 2025
Io mi toccai il petto e il collo e risposi: "Può darsi, proverò, non si sa mai: due delle condizioni volute le ho: sono italiano e ho un collo da tenore: la voce deve venire." A questo punto, la prima donna della compagnia che aveva sentito il dialogo, entrò nella conversazione, e dopo di lei tutta la compagnia: "Il signore è italiano?" "Per servirla."
Con pari stupore quest'ultimo si vide innanzi il suo pigionante; ma l'uno e l'altro si limitarono ad esprimere la loro meraviglia con un atto onde accompagnarono il lieve saluto che fu tra loro scambiato. C'è il signor Bancone? domandò il nuovo venuto. Pel momento no: rispose Pannini; e se posso io servirla in alcuna cosa. Desidererei parlare proprio col signor Bancone.
Era una notte minacciosa; il mare mugghiava al lido, il tuono rumoreggiava nella gole dei monti. Madonna Nicolosina, all'ora consueta delle altre sere, si ritirò nelle sue stanze. La Gilda, come portava l'ufficio, era andata a servirla nel suo spogliatoio, ma più rigida e più taciturna a gran pezza che le altre volte non fosse stata colla sua giovin signora.
Ne può esser certo: la Gertrude, la locandiera, una diavolaccia che ha cinque figlioli sulle spalle, apre ai forestieri di notte: scenderebbe per servirla, anche se si trovasse in punto di morte. Ditemi un po' che facevate intorno alla fontana? Le dirò: non posso andar a casa se prima non mi sono assicurato che nulla impedisce il corso dell'acqua.
Fallo entrare lì nel gabinetto e digli che vengo subito. Io l'ho mandata a chiamare disse poi quando l'ebbe raggiunto per vedere di aggiustarci per le cambiali del mio pupillo il conte O'Stiary. Lei è il procuratore della signora Bibiana Martorelli, n'è vero? Per servirla.
Mi parve piú sicuro soffrire e godere quanto poteva. Anzi, alcuna volta veggendola star allegra, volli scoprirle ch'io era uomo e l'inganno che aveva usato per servirla; ma delle parole, che prima m'avea preparate attissime a manifestarle il mio stato, parte vituperava e parte mutava; alfin, avampato di rossore, restava mutolo.
La patria ha mestieri di uomini capaci di servirla e sciolti da ogni altro pensiero, per dedicarsi intieramente ad essa. Voi m'intendete, non è vero? Sia piccolo grande lo Stato, ha sempre un fine più vasto e più alto di ciò che appare nelle sue circostanze presenti.
Sennacheribbo la squadrò dapprima attonito; ma vinta la prima impressione di stupore, da quel cortese ufficiale che egli era, balzò in piedi, si cavò il cimiero, le fece un inchino umilissimo e chiese in che potesse servirla, alla bella incognita. «Veramente, io dovrei far io questa domanda» gli fu risposto. «Non mi hai tu chiamata?».
Il Marchese aggrottò le sopracciglia: quell'«a servirla» cominciava a fargli montar la senapa al naso. Tuttavia si contenne. Come va che nessuno sa chi sia costui! Nino D'Amico, che conosce tutto Mezzoiuso, assicura che a Mezzoiuso non ci sono nè Pietri, nè Serafini.....
Ma si tirano nuovi calci all'uscio. Una speranza entra baldanzosa nel cuore del giovine, e gli dice: «va ad aprire.» Non ci va, ci corre. Un ometto sottile e nervoso, con una faccia mobilissima e sorridente, si affaccia nel vano: «Il signor Donato X? Sono io, per servirla. Vengo da parte del signor Martino Bruscoli. Donato non ha mai inteso questo nome, e tira ad indovinare: «Lo zio di Costanza?
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