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Aggiornato: 8 maggio 2025
Voglio scrivere a voi, in quest'ora di morte. Non voglio mandare a mio padre, così amabile e così indifferente, così indulgente e così freddo, l'ultima mia parola: non a mio marito, tanto cortese e tanto crudele, voglio scrivere io, per dargli l'ultimo saluto. Quando sentiranno che io mi sono uccisa, ne avranno grande sgomento, perchè la morte fa paura agli indifferenti e ai crudeli: dopo, diranno che così dovea finire. Dieci lettere, mille lettere, scritte nel dolore di questa lenta agonia, innanzi alla piccola rivoltella scintillante come un prezioso gioiello, non giungerebbero a dare a mio padre, a mio marito, la piet
Agli uomini del mondo, che giacciono nella morte del peccato mortale, provego destandoli con lo stimolo della coscienzia, o con fadiga che sentiranno nel mezzo del cuore per nuovi e diversi modi. E sonno tanti questi modi, che la lingua tua non sarebbe sufficiente a narrarli.
Rispuose: <<Quando i P che son rimasi ancor nel volto tuo presso che stinti, saranno, com'e` l'un, del tutto rasi, fier li tuoi pie` dal buon voler si` vinti, che non pur non fatica sentiranno, ma fia diletto loro esser su` pinti>>. Allor fec'io come color che vanno con cosa in capo non da lor saputa, se non che cenni altrui sospecciar fanno;
Rispuose: <<Quando i P che son rimasi ancor nel volto tuo presso che stinti, saranno, com'e` l'un, del tutto rasi, fier li tuoi pie` dal buon voler si` vinti, che non pur non fatica sentiranno, ma fia diletto loro esser su` pinti>>. Allor fec'io come color che vanno con cosa in capo non da lor saputa, se non che cenni altrui sospecciar fanno;
Sono malori che non si sentiranno direttamente, e da giovani si considerano questi avvertimenti come superflue pedanterie, ma ben se ne pente quando vecchi si è aggravati da tutti quei piccoli acciacchi e malori che sono l'effetto degli eccessi giovanili.
e un’ebrezza d’orgoglio al cor profondo sentiranno affluir per ogni vena al mio grido: Ave o Madre, o Gratia plena, che porti e nutri ne’ tuoi fianchi il mondo. Grembo materno strazïato e forte, di tua fecondit
Ond’ io: «Maestro, dì, qual cosa greve levata s’è da me, che nulla quasi per me fatica, andando, si riceve?». Rispuose: «Quando i P che son rimasi ancor nel volto tuo presso che stinti, saranno, com’ è l’un, del tutto rasi, fier li tuoi piè dal buon voler sì vinti, che non pur non fatica sentiranno, ma fia diletto loro esser sù pinti».
Ben vi concedo che, se dopo una Dieta essi non si convenissero di costituire gli ordini generali sopra ciò, allora si potrebbe poi dire che non si contentassero che in universale vi fosse provveduto, ma che vorrebbono che ciascun principe e ciascuna repubblica restasse nella sua podestá e primiera libertá: onde, se cosí avvenisse, siate pur certi e sicuri ed anche tenete a memoria quello che io vi dico: che al mondo non si sentiranno giammai li maggiori garbugli ed intrighi di quelli che dappoi, per causa della disunione suddetta, con danni eccessivi ed intollerabili di molti, nel maneggio delle monete ne succederebbono.
Ond’ io: «Maestro, dì, qual cosa greve levata s’è da me, che nulla quasi per me fatica, andando, si riceve?». Rispuose: «Quando i P che son rimasi ancor nel volto tuo presso che stinti, saranno, com’ è l’un, del tutto rasi, fier li tuoi piè dal buon voler sì vinti, che non pur non fatica sentiranno, ma fia diletto loro esser sù pinti».
Sí che dico che in loro pare che dormano i sentimenti, e, sostenendo e portando i grandi pesi, non pare che sentano. A mano a mano, in una picciola cosellina che sará non cavelle, che essi medesimi se ne faranno beffe poi, si sentiranno per sí facto modo in loro medesimi, che vi diventaranno stupefacti.
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