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Aggiornato: 18 maggio 2025


«Io non credo che la provvidenza abbia mai detto così chiaramente ad una nazione: tu non avrai altro Dio che Dio, altro interprete della sua legge che il popolo. E non credo che sia al mondo una gente più ostinata della nostra a non vedere intendere. La provvidenza ha fatto dei nostri principi una razza d'inetti e di traditori, e noi vogliamo andare innanzi a rigenerarci con essi. La provvidenza, quasi a insegnarci guerra di popolo, ha fatto sconfiggere un re in una impresa gi

Reuf, sgomentato, affrettossi a spedire nel Sudan una forte colonna di truppa sotto gli ordini di Rescid-Bey, ma ebbe ugual sorte; caddero sul campo dal primo all'ultimo. Il pericolo s'avvicinava. Reuf in persona, con 3000 uomini, si mise in campagna e riuscì a sconfiggere le orde dei ribelli. Ma Mohammed non era uomo da scoraggiarsi da cedere così facilmente il campo.

Dai possenti caduti c'è poco da sperare meglio mi avrebbe giovato far l'apoteosi dell'Imperatore Germania! Nulla meglio di una grossa frase poetica per sconfiggere il senso comune. Victor Hugo ne ha sparato una molto grossa dopo la battaglia di Sèdan, quando disse che alla Repubblica Francese sarebbe bastato un soffio per disperdere le armate prussiane.

Una mezza dozzina di maestri impotenti, relegati nei Conservatorî a digerire la loro ambizione rientrata; un'altra mezza dozzina di critici pretenziosi e venali, oltrecchè ottusi ad ogni estetica che parli alla fantasia ed al cuore, si son fatti banditori in Italia di una maniera d'arte che è dell'arte vera la negazione. Una casa editrice di Milano, vagheggiando il patriotico disegno di sconfiggere il gran maestro contemporaneo, le cui opere fecero trionfalmente il giro del mondo, comperò e fece rappresentare in Italia le opere del Wagner, spendendo somme ingenti per farle applaudire e portar a cielo da un certo pubblico. Si inventarono le assurde parole: arte dell'avvenire, arte aristocratica, ecc., ecc. Si credette che l'assurdo, il mostruoso; l'incomprensibile potesse quandochessia surrogare il semplice e il bello. L'autore del Tanäusher ottenne a Bologna una apoteosi, e onoranze quasi identiche, se non maggiori, vennero rese nella istessa citt

Al mondo ripugnava il rinnovato abbraccio di Clemente VII e Carlo V, e non parve eroico prodigioso che quasi dodicimila tra cesarei e papalini, con cavalleria, treni d'artiglieria e fucili a dodici colpi il minuto si lasciassero sconfiggere da quattromila scamiciati senza armi, e solo dopo ripetute prove li debellassero, senza avere il fegato di inseguirli e di entrare in Mentana, centro della battaglia.

Mátali per ordine celeste intima a Dushmanta di andare a sconfiggere i figliuoli di Calanémi, i dèmoni Danavas, giganti indomiti. Tu dèi salire sul carro d'Indra. Vieni meco; io stesso ti condurrò alla battaglia. Il re obbedisce; monta sul carro e parte. I fieri dèmoni, che muovevano assalto al trono del dio Indra, furono vinti e dispersi da Dushmanta.

Parola Del Giorno

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