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Aggiornato: 22 giugno 2025
Ma ora ella si liberava dallo scialle, lo raccoglieva sul braccio e gli si rivelava, immobile, ritta di faccia a lui, e muta, e tutta illuminata dalla fronte al petto. Allora l'uomo esclamò: Gue'! Letizia!... Ah, tu sei, dunque? E voltandosi a una porticina socchiusa, dietro la quale borbottava una vecchia voce femminile, annunziò: È Letizia di Riva Casilina... Letiziella... Quella del furiere...
Infatti, il giorno dopo, quando venne il dottore, Pietro Laner era presso la finestra, sdraiato in un vecchio seggiolone, imbacuccato in uno scialle, colle gambe avvolte nelle coperte. Il dottor Foresti lo trovò bene: notò che ogni giorno faceva passi da gigante, e, dopo essersi congratulato, gli portò i saluti del cavalier Cantasirena, incontrato allora sul Corso.
Non negarlo; vi ho seguiti io stessa; ho voluto io stessa apprendere la mia sorte. Quelle parole mi turbarono; che avrei io potuto dirle? le feci rimprovero d'essersi levata di letto e d'averci seguito malgrado la sua debolezza. Mi sono coperta d'uno scialle e mi sono appoggiata ai mobili e d'altra parte che potrei io perdere? non devo forse morire? Non dirlo, in nome di Dio.
Ma al passeggio don Alessio, per mostrare a donna Costanza il rigoglio di certi piantoni di peri che aveva fatto mettere in quella primavera, li lasciò soli. Lei andava lentamente, con lo scialle rosso piegato sul braccio, guardando il cielo acceso dagli ultimi raggi del tramonto; e dal suo bel viso traspariva la dolcezza dei pensieri che l'agitavano.
La aiutava a vestirsi nel camerino: poi, mentre cantava, la aspettava tra le quinte per gettarle addosso lo scialle, quando usciva di scena: le teneva pronta una sedia, allorchè doveva trattenersi fra le quinte soltanto alcuni minuti, per ricomparire subito dinanzi al pubblico; le offriva da bere, le porgeva il ventaglio, le stava attorno come se l'adorasse.
Un'ombra scivolò rapidamente sotto il muro dell'Arcivescovado, e a un tratto se ne spiccò e prese forma, dirizzandosi al Ponte di Annibale. Una donna. E pareva giovane, dall'agile incesso e dal disegno della persona. Pareva: da che le pieghe di uno scialle scuro, che dalla testa le ricascava sulle spalle e sul petto, le ombreggiavano la faccia. L'ora gi
La camera, parata di una stoffa cenerognola, era pallida e mite nel chiarore, che si spandeva da una grossa lampada appannata, sospesa al mezzo del soffitto per una catena di anelloni dorati. Poi tornò presso Bice per trarle lo scialle, ma le mani tremavano anche a lui; ella invece gli sfuggì correndo all'inginocchiatoio, e curvandovisi tutta col viso fra le palme.
Non passò un quarto d'ora, e l'uomo ricomparve: un altro venivagli dietro, reggendo sulle braccia una fanciulla, con uno scialle scuro in testa che le cadeva sul viso, e involto da una coltre il resto della persona.
Pochi minuti dopo uscivano di casa, a piedi, Bice imbacuccata in una pelliccia di martora, che la copriva sino a terra, e con un fitto velo sul viso per non aspirare l'aria troppo rigida; la vecchia avvolta in uno scialle antico della contessa Ginevra, e con un grande fazzoletto di seta sulla testa. Talvolta la gente si voltava a vederle passare. Entrarono in San Bartolomeo.
Il Vharè pensava a tutt'altro, e Lalla stretta nello scialle, e senza saperlo, pensava anche lei a ciò che pensava il Vharè. Non sono che le dieci e un quarto, disse alla fine Prospero a Giorgio, cambiando discorso, dobbiamo andare al club? Come vuoi; ci fermeremo molto?... No, no. Un'oretta, non più. Sono troppo stanco. Vuoi fermarti al caffè?
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