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Aggiornato: 25 giugno 2025
Or da omo a vestir mi vo. Tu, Samia, su l'uscio resta: né lassar fermarsici alcuno, acciò che io, a l'uscire di casa, cognosciuta non fusse. Tutto farò subito. SAMIA serva, FULVIA. SAMIA. Oh povere e infelici donne! a quanto male siamo noi sottoposte quando ad Amore sottoposte siamo! Ecco, Fulvia, che giá tanto prudente era, ora, di costui accesa, non cognosce cosa che si faccia.
Di ciò non parlare perché gran scandolo ne seguiria. Mandali denari spesso; e cosí allo spirito, per farlo a te grato e a me felice. Vivi lieta e di me te ricorda che fidelmente ti servo». SAMIA. Or vedi s'egli è 'l vero che gli spiriti possino e sappin tutto? FESSENIO. Io resto il piú stupefatto omo del mondo. SAMIA. Voglio portar presto questa buona nuova a Fulvia. FESSENIO. Vatti con Dio.
FULVIA. Dunque, piú non mi ama? SAMIA. Né te ama né ti stima. FULVIA. Cosí credi? SAMIA. Ne son certa. FULVIA. Lassa me! che odo io? SAMIA. Tu intendi. FULVIA. E di me non ti domandò? SAMIA. Anzi, disse non saper chi tu fussi. FULVIA. Dunque, m'ha dismenticata? SAMIA. Se non te odia pur, bene ne vai. FULVIA. Ahi cieli avversi! Certo, or cognosco lui spietato e me misera.
FESSENIO. Sono un... presso ch'io non ti dissi. Or io darò una volta e tornerò a Fulvia. SAMIA. Ben farai. FESSENIO. Se Fulvia sapesse quel ch'io so, non se cureria di spirti; perché Lidio brama piú d'esser con lei che essa non fa e oggi vuol trovarsi seco. E di mia bocca glie ne voglio dire io, perché so mi donerá qualche cosa. Però nol dissi a Samia.
SAMIA. Ha uno spirito favellario. FESSENIO. Familiare, vuoi dir tu. SAMIA. Non so ben dir queste parole. Basta che ben saprò dirgli che venga a madonna. Fatti con Dio. Vedi, olá! non ne parlare. FESSENIO. Non dubitare. Addio. SAMIA serva, RUFFO negromante. SAMIA. Egli è ancor sí buon'ora che Ruffo non sará ancor tornato a desinare. Meglio è guardare se in piazza fusse. Ed oh! oh! oh! ventura!
SAMIA. Scuoto quant'io posso. FESSENIO. Che indugi? SAMIA. Oh! oh! oh! Laudato sia il manico della vanga, Fessenio, ché ho fatto el bisogno ed ho tutta unta la chiave perché meglio apri. FESSENIO. Or apri. SAMIA. Fatto è. Non senti tu ch'io schiavo? Or entra a tuo piacere. FESSENIO. Che voglian dire tante serrature? SAMIA. Fulvia ha voluto che oggi si chiavi l'uscio. FESSENIO. Perché?
SAMIA. Niente, pare a me. FULVIA. Pure? SAMIA. Che lo spirito gli ha risposto... Oh! come diss'egli? Non me ne ricordo. FULVIA. Sia col malanno, cervel d'oca. SAMIA. Oh! oh! oh! Io me ne ricordo. Dice che gli ha risposto anghibuo. FULVIA. Ambiguo, vuoi dir tu. SAMIA. A quel modo, sí. FULVIA. Non dice altro? SAMIA. Che di nuovo lo pregherrá. FULVIA. Altro?
SAMIA. Subito che l'ho trovato. SAMIA serva, RUFFO negromante. SAMIA. Oh! oh! oh! Gran ventura! Ecco Ruffo. Contentiti el cielo. RUFFO. Che cerchi, Samia? SAMIA. Consumasi di sapere quello che hai fatto della faccenda sua. RUFFO. Credo si condurrá in porto. SAMIA. E quando? RUFFO. Verrò a dire a Fulvia il tutto. SAMIA. Tu stai pur troppo a far questa cosa.
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