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La solitudine e la selvatichezza del luogo che s'internava in una specie di crocicchio: quelle ombre ballonzolanti sul fusto delle piante al mobile ed acceso riflesso della fiamma fumosa e resinosa, avrebbero ben potuto far credere a un convegno di malviventi, se dopo alcuni passi non avessi riconosciuto le gambe lunghe e magre del signor segretario comunale, e accanto a lui la figura tozza del console e due o tre guardie campestri.

Passavano giusto certi mulattieri, era montato in dosso a una loro mula, deciso d'andare a Termini. Però vicino a Raciura, preso a un tratto da una di quelle strane sensazioni che certe volte soglion essere foriere dei gravi avvenimenti della vita, cambiava idea, smontava, e s'internava nel bosco. Perchè?

Ma la loro dimora abituale era Firenze, e tutti i giorni s'incontravano sul Lungarno e alle Cascine, e spesso quando il sole era tramontato e l'ombra scendeva, la loro carrozza s'internava nel folto delle piante, e allora la testa di lei si appoggiava sulla spalla dell'amante.

Quando la carrozza camminava adagio, Sant'Aubert scendeva, e si compiaceva di andare in cerca di piante curiose, ond'erano sparsi quei luoghi; Emilia, nell'esaltazione dell'entusiasmo, s'internava nei folti boschi, tendendo l'orecchio in silenzio al loro imponente mormorio.

I due giovani cominciarono a salire per un viottolo spianato che s'internava con arte nelle fitte ombre d'un bosco di faggio. Gi

Essa stentava a riconoscere le calli, in quell'ora notturna; tutte le porte eran chiuse, le finestre chiuse, e di tratto in tratto una larga chiazza d'ombra toglieva la vista delle case, dei confini, degli angoli; poi appariva un lampione dalla luce rossastra, e, a quando a quando, un rio dall'acqua immota e nera. Nel silenzio solenne, dentro le calli più anguste, i passi delle due donne davano un rimbombo prolungato; lontanamente, per due volte in due punti diversi, risonò la voce gutturale d'un gondoliere, che s'internava con la sua gondola in un rio; e qua e l

Camminai a passi rapidi su e giù per lo spiazzo, sperando di domare il tremore convulso, il freddo acuto che mi penetrava le ossa, le contratture che mi serravano lo stomaco vacuo. Era un crepuscolo glaciale, polito, quasi direi tagliente. Un lividore verdastro si dilatava su l'orizzonte lontano, in fondo alla valle plumbea ove s'internava l'Assoro tortuoso. Il fiume luccicava, solo.