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Aggiornato: 20 giugno 2025
In questo anno 1585 entro il mese di luglio il Principe Nicolò da Ponte, avendo governata la Repubblica per sette anni, in et
Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v’eran con occhi tardi e gravi, di grande autorit
Aveva ancora in bocca sei denti, e d'uno forse errar potrei: moglier di Sinibaldo dalla Rocca. Terigi è pronto, e quattro e cinque e sei e sette riverenze le raccocca; la dama gli diceva questo solo: Marchese, son qui putti col vaiuolo? Terigi le rispose: Non, signora; ma perché mai mi domandate questo?
In piedi, padrona, diss'egli, con un tono di voce che non ammetteva replica. Gli Abù-Ròf sono vicini forse? chiese l'almea alzandosi subito. No, ma s'avvicinano dei nemici ancor più pericolosi di quei ladroni. Vi sono dei leoni che vengono a questa volta. Fathma non disse verbo. Armò la sua carabina e seguì il negro fuori della zeribak. Non erano più sei o sette leoni, ma una ventina.
A Napoli, spettacolo unico! sette individui dell'esercito liberatore, innoltravansi nella maggior metropoli d'Italia, ed i soldati del Borbone, stupiti da tanta baldanza, presentavano loro le armi. I Volontari intanto non erano quattordicimila mentre avrebbero dovuto oltrepassare i centomila.
Dove sono le ragionevoli speranze? In voi stessi ci dovrebbero essere, per Dio! In me ci sono, in me più sbattuto e più lacero di voi. Sette anni or fanno aveste troppa fiducia negli altri, ora non sapete più trovare nessuna speranza in voi stessi: per verit
«La posta in Sicilia sta per mettersi sopra un piede molto più rispettabile e più vantaggioso per la nazione. Le lettere del lato orientale per Napoli non aspetteranno sette giorni a Messina; quelle di citt
Era stato così felice, colla moglie sana, robusta, lavoratrice essa pure; un bel pezzo di donna, capace di guidare i bovi e di governare l'aratro, e che gli aveva donato sette figli sani, forti, una vera benedizione del cielo, i futuri lavoratori assidui del suolo.
Per fortuna, venne il servo ad annunciare che il tè era pronto.... Marta Giustiniani, in sette giorni dacchè ci conoscevamo, ebbe allora il primo atto simpatico, e levandosi venne a mettersi così sapientemente, ch'io le offrii il braccio e ci trovammo gli ultimi in coda. S'annoia molto? le domandai. No, per nulla, rispose. Ci sono troppe coppie; osservai. Una basterebbe per questo giardino....
Per noi, forse; non per la giornata che volge al suo termine... Alle sette e mezzo ci rivediamo... Sei a pranzo da me. Egli non si rassegnava a lasciarla. Aspetta un poco... Oppure... Congiungendo le palme in atto di suprema preghiera, Guido continuò: Oppure... permettimi d'accompagnarti. Ma no, Guido... Perchè mi chiedi questo? È una grazia che ti domando l'ultimo giorno che resto qui.
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