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Aggiornato: 6 luglio 2025
Questo capitolo porta la data del 1861, ma quanto si riferisce alla gita nell'Umbria e nella Sabina è invece notato sotto l'annata 1864 nei Diari romani del Gregorovius, tradotti da Romeo Levera e pubblicati dall'Hoepli nel 1895, ai quali rimandiamo il lettore poichè completano la narrazione, avvertendo che negli stessi Diari poche note appena ci informano sulla fermata a Perugia e sul viaggio da Roma a Firenze nell'agosto 1861.
La mattina seguente bramoso il Romeo di rimettersi in via, dimandò di prender congedo dalla nobile castellana. Allora fu introdotto nella sua camera, dov’ella di gi
Il Conte Raimondo, tutto lieto, con benigne parole gli rispondeva: «Noi vi abbiamo obbligo infinito, bel pellegrino, per la fede che avete posta nella nostra cortesia, sebbene per cosa che non valga rammentare: chè troppo gran torto noi faremmo, non diciamo ai nostri fratelli di cavalleria, ma ai nostri meno agiati vassalli, sospettando che avrebbero chiuse le porte al buon romeo.»
Ma Romeo, ma Paolo, ma il fatto quotidiano dei bracieri di carbone accesi nella soffitta di una modistina, ma i cadaveri trovati sui talami, stretti insieme, bocca su bocca? Romanzi. Ma i delinquenti dell'amore? ma gli eroi dell'amore? Mattoidi. E le storie di tutti i secoli? Leggende. E i poemi di tutti i popoli? Fantasia.
Tornato da Santo Jacopo di Galizia, un buon romeo¹ traeva verso sera l'infermo fianco per le vie di Marsiglia, come colui che sembrava attenuato dagli anni e dal lungo cammino, in cerca di un Senodochio,² dove potere riposare per quella notte le membra. Poichè ebbe percorso molte contrade della citt
Ma i Provenzai che fecer contra lui non hanno riso; e però mal cammina qual si fa danno del ben fare altrui. Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina, Ramondo Beringhiere, e ciò li fece Romeo, persona umìle e peregrina. E poi il mosser le parole biece a dimandar ragione a questo giusto, che li assegnò sette e cinque per diece,
Quindi addolcisce la viva giustizia in noi l'affetto si`, che non si puote torcer gia` mai ad alcuna nequizia. Diverse voci fanno dolci note; cosi` diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. E dentro a la presente margarita luce la luce di Romeo, di cui fu l'ovra grande e bella mal gradita.
Talvolta si accompagna allo scherno la satira arguta e mordace contro la corruzione del clero. Nella Scolastica dell'Ariosto (atto III, sc. 6), Bartolo, ad espiare certo suo peccato giovanile, vorrebbe farsi romeo. E un frate gli dice:
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