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Aggiornato: 22 giugno 2025
E certo doveva essergli di bel vanto l’avere ad amico un sì sublime intelletto, che Cino appellava diletto fratello e signor d’ogni rima; e cui per la morte della sua Beatrice dedicò un’affettuosa canzone. Gi
Cuoio, acciaio, canape, corna, indaco, cocciniglia, grano, olio, pepe, pelo di camello, tonno, salsapariglia. Ma no, che non sono rime! Noi diciamo amore fa rima con dolore. Non capisci? E sei homo, come me, sei homo sapiens. Che cosa dice? Homo sapiens significa uomo sapiente. Ah? tu non intendi il latino, sicuro. Uomo sapiente? Ebbene? Ci pensi? Nulla affatto. Fa rima con niente.
Non siamo in troppi, finora; osservò modestamente il padre Marcellino. Stiamo bene, così; aggiunse il padre Restituto. Siamo come in famiglia; ribadì il padre Atanasio. Si sente una dolcezza nuova, che, per dirla col poeta, e guadagnandoci anche la rima, intender non la può chi non la prova.
Come d’un stizzo verde ch’arso sia da l’un de’ capi, che da l’altro geme e cigola per vento che va via, sì de la scheggia rotta usciva insieme parole e sangue; ond’ io lasciai la cima cadere, e stetti come l’uom che teme. «S’elli avesse potuto creder prima», rispuose ’l savio mio, «anima lesa, ciò c’ha veduto pur con la mia rima,
Se io avessi pensato, che sì care Fossin le voci dei sospir miei in rima, Fatte io le avrei dal sospirar mio prima In numero più spesse, in stil più rare.
Appresso, giá vicino alla sua morte, compuose uno libretto in prosa latina, il quale egli intitolò De vulgari eloquentia, dove intendea di dare dottrina, a chi imprendere la volesse, del dire in rima; e comeché per lo detto libretto apparisca lui avere in animo di dovere in ciò comporre quattro libri, o che piú non ne facesse dalla morte soprapreso, o che perduti sieno gli altri, piú non appariscono che due solamente.
Un pensiero d'amore è il fiore dell'anima. Forse che all'umile arbuscello in camposanto non fu concesso il fiore? Sai tu che sia il dolore? Troppe volte è l'ultima parola vuota di un verso vuotissimo per far rima con amore. Non invidiare ad alcuno il tristo dono dell'ingegno: tutte le cognizioni che ci danno i libri sono come i secchi delle Danaidi portati al cuore.
POPE, Lettera di Eloisa ad Abelardo Il verso citato è tolto dalla versione italiana, fatta con assai bel garbo in terza rima dallo abate Conti.
Il Boccaccio chiama i due fratelli Alighieri «dicitori in rima». E gi
Li quali con ammirazion leggendo, né sappiendo che fossero, del luogo dove erano sottrattigli, gli portò ad un nostro cittadino, il cui nome fu Dino di messer Lambertuccio, in quegli tempi famosissimo dicitore in rima, e gliel mostrò.
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