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Aggiornato: 5 giugno 2025
Brevissimo silenzio. Non so più.... non so più dire.... decidi tu.... Cade affranta su una sedia. Dopo un breve silenzio, rimanendo ritto, immobile. Sai che cosa mi chiedi? di affrontare il ridicolo che si riverbera anche su di me, vivendo qui, dove tutti sanno la vergogna che ricopre il nostro nome.... E poi? E poi? Se tu fossi sincera!... Rialzando la testa fieramente. Ah!
Veramente, nella libreria stretta e lunga come un corridoio spirava un filo di frescura, per un riscontro. La luce era mite. Un commesso dormiva in pace, su una sedia, col mento sul petto, all'ombra d'un globo terraqueo. Nessuno entrava. Il libraio aveva qualche lato ridicolo che mi divertiva, così bianchiccio com'era, con quella bocca di rosicante, con quella voce nasale. E in una quiete di biblioteca era assai gradevole sentir dichiarare con tanta sicurezza l'infermit
Davanti a tutti poi, una bimba, con una cappa nera, con una bacchetta in mano, in atto di fermare il treno. Il professore osservò quei scarabocchi e disse: Non c'è male, ha dell'attitudine a cogliere il lato ridicolo delle cose, e una certa facilit
Ma nell’amore se il ridicolo non uccide, certo ferisce crudelmente, e un uomo, che ha arrossito d’una donna amata, non vorr
La presenza di mia madre, la paura dello scandalo, ed anche... vedi se, il mio cuore era buono! il pensiero di addolorare e coprir di ridicolo un uomo che sinceramente mi amava, paralizzò quell'impeto di passione, e il sì irrevocabile fu proferito!... Eugenio, tu non puoi ideare quanto costi ad una misera donna il doversi prestare ai trasporti di uno sposo... giovane... ardente... impetuoso!... La mia virtù mi sostenne... Il matrimonio dava al marchese dei diritti, e mi imponeva dei doveri...io ebbi l'eroismo del sacrifizio mi sottomisi!
Se è pericoloso commisurare tra loro le gesta di Cesare e di Napoleone, ogni confronto dei due uomini nel loro essere umano cade diritto nel ridicolo. Di Cesare è stato riferito, che ripeteva volentieri i versi di Euripide: εἴπερ γάρ αδικε
Il mandato avuto è supremo per essa. Proclamare da Roma di fronte al Piemonte costituzionale e armato di fronte alle condizioni generali la repubblica per tutta l'Italia, sarebbe, del resto, stato più ch'altro, ridicolo. La repubblica non poteva conquistare l'Italia a sè se non emancipandola dallo straniero, facendola. E per farla, bisognava creare una forza.
Lucchino è una vittima come se ne vedono tante! La moglie infedele lo rende ridicolo facendolo morire nel suo letto per mezzo di un farmacista, dopo d'avergli gettato nel fango la corona ducale, e d'avergli messo sulla testa la corona... del martire!...
Mai più, esse gli dicevano adesso, mai più. Ed egli, ribellandosi alla cruda sentenza, era tratto irresistibilmente a pensare all'unico modo per cui il mai più avrebbe potuto mutarsi in sempre. Poichè non c'era altra via: o sposarla o partire. Pur non ancora osava fare il gran passo. Lo tratteneva l'idea del ridicolo. Che si sarebbe detto di lui?
Ora, conosceva troppo bene suo fratello Carlo per credere che, finito l'anno, egli continuerebbe le sue sovvenzioni. Carlo aveva detto: «non ti darò più un soldo». E Carlo era un uomo che aveva un ridicolo rispetto della propria parola. Dunque Carlo era una fonte esaurita.
Parola Del Giorno
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