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Aggiornato: 23 maggio 2025


Piccole, strette bare di bimbi rachitici, spenti da tabe e da miseria nel fiore de gli anni innocenti, passarono.

che a le donne, sedute coi bimbi rachitici al seno, dicon non so che sogno, non so che miraggio sereno. Rapsodo vagabondo, nel buio de’ freddi cortili getti, come d’incanto, l’effluvio de’ liberi aprili; Nina, Rosetta, Bice discendono a salti le scale, ansando un poco, smorte del lento terribile male

Tra gli intimi di Romussi, vi era il professore Pietro Panzeri, direttore dell'Istituto dei rachitici, che piangeva come un ragazzo. Il vagone cellulare era nuovo o pennelleggiato di fresco. Perdeva un odore di vernice che faceva turare il naso. Don Albertario, grosso come era, non riuscì a mettere il piede sul predellino che aiutato.

Quando nel 1899 usciva per la prima volta sotto forma di Strenna (dell'Istituto dei Rachitici) questa raccolta di poesie che ora si ripresenta nella serie delle Opere complete di Emilio De-Marchi come parte integrante del pensiero e dell'animo suo, il compianto Senatore Gaetano Negri che alla profonda intuizione filosofica univa tanta genialit

L'emigrazione italiana è un'emigrazione di muscoli. Questa Guida dell'Emigrante, dice: «Oltre i deboli rachitici, gli sconciati e i vecchi, non debbono emigrare coloro che hanno studiato, che hanno ricevuto un'educazione più o meno scelta muscoli infermi, teste sane dunque. Sono buone braccia che si vogliono da noi, ma niente altro che buone braccia. E noi le diamo.

Si può e spesso si deve mangiare il pane, anche se è cattivo, perchè il pane è necessario; ma l'arte è un oggetto di lusso e il lusso deve risplendere di tutti gli splendori del bello e del grande. I poetini, gli scribaccini, gli autorini sono i nani del pensiero, i rachitici dell'arte, e non possono che ispirare la compassione, quando non riescono almeno coi loro aborti a farci ridere.

Ecco un'idea poetica che mi è cascata dalla penna! Ecco, direte che io sono esaltato dalle letture! Esaltato? Scusate, sono abbassato. E se cito Byron gli è perchè era un uomo che sentiva ed io odio la folla dei merciai, dei rachitici, degli accidiosi, degli spudorati, la folla che oblia tutto! Obliare? Che importa? Fino alla morte avere l'anima gentile e Dio...

E squassavano i párgoli rachitici, dalla enorme testa calva, con il collo segnato dalla scrófola, con le orrende macchie indelébili del vino e della pallida lue. Su questi visi di bámboli, átoni di senile imbecillit

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