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Aggiornato: 25 giugno 2025
La Quesnel, nel frattempo, esprimeva il suo stupore alla Sant'Aubert sulla vita trista che menava, diceva essa, in un cantuccio così remoto. Probabilmente, per eccitare l'invidia, si mise poscia a narrare le feste da ballo, i pranzi, le veglie ultimamente date alla corte, e la magnificenza delle feste fatte in occasione delle nozze del duca di Joyeuse con Margherita di Lorena, sorella della regina; descrisse colla stessa precisione e quanto aveva veduto, e quanto non erale stato concesso di vedere. La fervida immaginazione di Emilia accoglieva que' racconti coll'ardente curiosit
La risposta di Quesnel fu secca e fredda come se l'aspettava; non esprimeva nè interesse per i di lei patimenti, nè piacere perchè ne fosse sfuggita.
Voleva entrare in tutte le stanze, qualche volta stava a sedere colle braccia incrociate sul petto, senza dir verbo, tutto pensieroso. A un tratto si scuoteva e mi parlava di voi! e con che fuoco, con qual passione! Io lo amava appunto per questo... Quando poi il signor Quesnel ebbe affittato il castello, io credeva che il cavaliere impazzisse dal dolore.
Questa lettera le fece versar molte lacrime, ma lacrime di tenerezza e soddisfazione, sentendo che Valancourt stava bene di salute, e che il suo affetto per lei non era indebolito nè dal tempo, nè dalla lontananza. Quanto alla notizia che le dava intorno al suo castello, era stupita ed offesa che Quesnel l'avesse affittato senza degnarsi neppure di consultarla. Questo procedere provava evidentemente a qual punto egli credesse assoluta la sua autorit
Siete voi ben sicura ch'egli sia realmente della famiglia della signora Quesnel, e che la di lui fortuna sia tale quale sembra essere? Non ho ragione di dubitarne,» rispose Emilia con sorpresa; «son certa del primo punto, ma non ho alcun mezzo di giudicar del secondo; e vi prego dirmi tutto quel che ne sapete.
È lo stesso signor Valancourt che mi regalò questa casa, e sorresse la mia vecchiaia dal momento che il signor Quesnel mi bandì da casa vostra. Il cavalier Valancourt?» disse Emilia tutta tremante.
L'aumento del patrimonio d'Emilia aveva risvegliato in Quesnel un'improvvisa tenerezza per la nipote, e pareva avere più rispetto per una ricca fanciulla, di quel che non avesse sentito compassione per un'orfanella povera e senza amici. Il piacere provato da Emilia a tale notizia, fu mitigato dall'idea che colui, pel quale aveva desiderato tanto di essere nell'agiatezza, non era più degno di lei.
Quando furono soli, essa fu entrata di chiedergliene il motivo; la delicatezza però la trattenne, riflettendo che se suo marito avesse creduto conveniente d'informarnela, non avrebbe aspettato le di lei domande. Il dì dopo, Quesnel partì dopo aver avuto un'altra conferenza con Sant'Aubert.
Una seconda lettera di Quesnel annunziò l'arrivo di lui e della moglie a Miarenti: conteneva inoltre particolari sul fortunato caso che li conducea in Italia, e finiva con un invito pressantissimo per Montoni, sua moglie e sua nipote, di andarlo a trovare ne' suoi nuovi possessi.
E piangeva amaramente mentre faceva queste riflessioni, pensando a quel che avrebbe potuto fare per Teresa, e al modo di spiegarsi in proposito con Quesnel. Temeva assai che la di lui anima insensibile non fosse capace di piet
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