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Aggiornato: 25 maggio 2025


Se si vorrá considerare senza collera, senza maligna prevenzione e a mente serena il poema intitolato La Marfisa bizzarra, si troverá che tra il piccolo numero dei buoni inutili, a fronte degl'innumerabili guasti e corrotti, campeggiano, in quel poema giovialmente e urbanamente satirico, gli Orlandi, i Dodoni, gli Uggieri, gli Angelini, le Aldabelle, le Ermelline ed alcuni altri buoni personaggi, le cui grida, le cui lagnanze, le cui predichette zelanti furono derise e seminate tra le ortiche ed i pruni, come quelle de' pochi buoni della mia patria.

Or pervegnuti siamo al centro confusissimo di questo nostro Caos, lo quale ritrovasi ne la presente seconda «selva» di varie maniere d'arbori, virgulti, spine e pruni mescolatamente ripiena, cioè di prose, versi senza rime e con rime, latini, macaroneschi, dialoghi, e d'altra diversitade confusa, ma non anco confusa e rammeschiata che, dovendosi questo Caos con lo 'ntelletto nostro disciogliere, tutti gli elementi non subitamente sapessero al proprio lor seggio ritornarsi.

Percorsa la caverna salirono una viuzza scavata nel masso parallela alla porta, e dopo piccolo tragitto riuscirono all'apertura, nascosta con diligente accuratezza sotto una folta macchia di pruni.

O mio dolore assorto, O miei pensieri bruni, Itene fuor, libratevi nell'orto A far bisbiglio tra le siepi e i pruni: E vi trasformi il sole In rose ed in viole. Alle allieve del Collegio Bianchi-Morand l'ultimo giorno di scuola. Apriamo le finestre oggi a costoro, Apriam la gabbia d'oro, Lasciamole volar queste figliuole All'aria, al verde, al sole.

Addio, flutti pallidi dell'Aniene, consapevoli dei riti arcani degli Aborigeni; scorrete in pace per la morta campagna: io non vi domanderò se le stirpi andate degli Enotrii, degli Ausonii e degl'Itali fossero più o meno infelici di noi sopra questa terra, dove la mèsse, alimento dell'uomo, cresce per solchi pieni di morte; la vigna, letizia del cuore, per la costa riarsa del vulcano; la intelligenza, fra i pruni della superstizione; la virtù, sotto il taglio della mannaia.

Il sonno e il tempo uggioso mantenevano il silenzio. Andavamo per un terreno ineguale, coperto di palme nane, di lentischi, di ginestre, di pruni, di finocchio selvatico, raggruppandoci e sparpagliandoci di continuo secondo gli incrociamenti e le biforcature infinite dei sentieri. Il sole, apparendo sull'orizzonte, indorò per qualche minuto le nostre guancie sinistre; e poi si rinascose.

Io co' miei viaggiatori ho percorso buon tratto della campagna; ma quantunque prossimo, non sono arrivato anche al termine del cammino: avanti dunque, chè pochi più passi rimangono. La via che conduce alla Ribalda sopra la schiena del colle Petrella è aspra, rotta, e incassata in due ripe donde si rovesciano giù per le pareti pruni, e cespi di macchia cedua ove più radi, ove più folti.

Parola Del Giorno

rincrudisse

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