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Aggiornato: 3 giugno 2025


che vedi che nella loro infidelitá e mancamento di speranza pruova la virtú della fede. In questo e ne l'altre cose nelle quali è bisogno di provarla, egli la pruova in e nel proximo suo.

Sonno tenuti di rendere gloria e loda a me, seguitando le vestigie della Parola incarnata de l'unigenito mio Figliuolo, e alora mi rendono debito d'amore di me e dileczione del proximo con vere e reali virtú, come di sopra ti dixi.

L'addornamento di questa cittá è la pietá e misericordia, perché n'ha tracto il tiranno della ricchezza che usava crudeltá. Ine v'è una benivolenzia con tucti i cittadini, cioè la dileczione del proximo. Èvi la longa perseveranzia con la prudenzia, che non va governa la cittá sua imprudentemente, ma con molta prudenzia e solicita guardia.

El contrario che fanno coloro che hanno la virtú della discrezione: che, poi che hanno renduto il debito che detto è a me e a loro, rendono poi al proximo il principale debito de l'affecto della caritá e de l'umile e continua orazione.

Se non come la donna che ha conceputo in il figliuolo, che se ella non il parturisce che venga dinanzi a l'occhio della creatura, non si reputa lo sposo d'avere figliuolo; cosí Io che so' sposo de l'anima, se ella non parturisce il figliuolo della virtú nella caritá del proximo, mostrandolo, secondo che è di bisogno, in comune e in particulare, come Io ti dixi; dico che in veritá non avará conceputa la virtú in .

Ora ti dico che nel proximo pruova in se medesimo la virtú della pazienzia nel tempo della ingiuria che riceve da lui. E pruova l'umilitá nel superbo, e pruova la fede ne l'infedele, e pruova la vera speranza in colui che none spera, e la giustizia nello ingiusto, e la pietá nel crudele, e la mansuetudine e benignitá ne l'iracundo.

Però che, non sovenendo, ipso facto diminuiscono la caritá del proximo; diminuita la caritá del proximo, diminuisce l'affecto mio verso di loro; diminuito l'affecto, diminuita la consolazione.

Ora t'ho decto in che modo si giogne a l'orazione mentale, cioè con l'essercizio e perseveranzia e lassando la vocale per la mentale quando Io visito l'anima. E hotti decto quale è l'orazione comune e la vocale comunemente fuore del tempo ordinato, e l'orazione della buona e sancta volontá; e come ogni exercizio in e nel proximo, che fa con buona volontá, fuore de l'ordinato tempo, è orazione.

O carissima figliuola, duolti de l'offesa mia e piagne sopra questi morti, acciò che con l'orazione si distruga la morte loro! Or vedi che da qualunque lato, e di qualunque maniera di genti, tu vedi tucti parturire i peccati sopra del proximo, e farli col suo mezzo.

Queste sonno le virtú, e molte altre, le quali non potresti narrare, che si parturiscono nella dileczione del proximo. Perché l'ho poste tanto differenti che Io non ho dato tucto a uno, anco a cui ne do una, e a cui ne do un'altra particulare? poniamo che una non ne possa avere che tucte non l'abbi, perché tucte le virtú sono legate insieme.

Parola Del Giorno

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