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Aggiornato: 25 giugno 2025
Era fatto così; e non sapeva che si potesse essere diversi. No, disse lei. Egli allora si sedette, e sospirò; e guardò fuori dalla finestra. Nancy scese e andò dalla proprietaria dell'albergo a chiedere il conto. Mentre lo stavano preparando, la buona donna disse: Vogliono dunque partire oggi? Nancy si fece rossa. Non so... non so, finchè non ho visto il conto.
Appena aprii l'uscio, sentii un grand'urlo un urlo, come di chi prova paura. Mai erami successo in tutta la vita di venire accolto in quel modo nè sapea farmene ragione, per quanto mi scervellassi. L'urlo era stato proferito dalla proprietaria, che finora si era mostrata gentilissima ed educatissima a nostro riguardo. O non siete morto? Mi disse finalmente di dietro il banco l'ostessa.
Nella persuasione fallace che la puppattola dovesse amare le chicche, Bebè le fregò sul viso uno dei cioccolattini che si trovavano nella scatola di Bardelli, e quando la madre saggia, per evitare maggiori disgrazie, portò via scatola e bambola, Bebè, offesa nei suoi diritti di proprietaria, si rotolò rabbiosamente per terra.
Aveva un salotto. Il locale più angusto, più mal situato del quartierino; un buco da cui non si sarebbe potato cavare nessun partito; una stanzuccia di passaggio. Le stoffe dei mobili sbiadite, i legni senza lucido, le cornici scrostate, s'univano alla signora Giuditta per affermare che avevano veduti tempi migliori. Sopra una scansìa facevano bella mostra delle confettiere di cartone scolorito, qualche pezzo d'argento Cristophle che ricordava l'incoronazione di Napoleone primo, e delle chicchere di porcellana, vecchie senza essere antiche, religiosamente coperte da un velo verde, che doveva aver fatto cinquant'anni prima il viaggio da nozze sul cappello di qualche sorella della proprietaria. Disopra al camino eternamente spento, fra molte fotografie ingiallite, era appeso in una cornicina di cartone, qualche cosa come uno specchietto vecchio a cui mancasse in più luoghi la foglia. Quello specchietto era stato altre volte un dagherrotipo che, collocato di sghembo, con un raggio di sole che lo battesse in diagonale, in un dato punto della stanza, ed in certe ore speciali, rifletteva un non so che, come un profilo intagliato nell'acciaio. Ma il tempo aveva cancellato ogni cosa; e non rimaneva che un vetro macchiato, sul quale soltanto l'entusiasmo cieco della signora Giuditta s'illudeva di vedere il ritratto del Modena, il pigionante illustre fra gli illustri, che aveva fatta la gloria della sua casa. Quel salotto, l'affittacamere lo metteva a disposizione de' suoi pigionali; preferiva che ricevessero l
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