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La macchia era più scura nel Modenese, nella provincia di Reggio Emilia e di Parma; ma si manteneva abbastanza cupa in alcuni punti della provincia di Cremona, nel Mantovano, nel Polesine ecc., mentre si era rischiarata nel più antico centro di diffusione: nelle Romagne.

Predisposta accuratamente la prossima rivolta del Polesine, passava in Lombardia, visitava i corsi d’acqua, i prati irrigatori e le marcite, facendo parlare di lui come d’un veneto appassionato agricoltore; poi scompariva per qualche ora, si abboccava coi patriotti malcontenti, stringeva la mano ai Carbonari lombardi, comunicava le disposizioni delle vendite del Veneto, e veniva informato degli accordi presi coi fratelli del Piemonte.

E così il capitano Bonifazio congiurava senza pericoli, e senza suscitare il minimo sospetto faceva parte d’una vendita di carbonari. La sua corrispondenza politica non era mai affidata alla posta, e gli arrivava sempre per mezzo di amici, o di messi speciali. Nel mese di maggio del 1820 il capitano Bonifazio dovette recarsi in Polesine per intelligenze con quei Carbonari, e poi a Milano per riferire ai capi della setta lombarda. Domandò il passaporto pel regno Lombardo-Veneto col pretesto di fare un viaggio agricolo, nel quale si proponeva lo studio di alcune colture speciali, che facevano difetto nella provincia di Treviso, come quelle del canape e dei prati a marcita. Il maestro Zecchini fu chiamato alla Polizia per le necessarie informazioni. Egli assicurò il commissario che il signor Bonifazio era un appassionato agricoltore, che aveva gi

Pochi giorni dopo, il capitano Bonifazio, col suo passaporto in piena regola, partiva pel Polesine, visitava alcune fattorie rinomate, procurando che l’I. R. Delegato Provinciale di Rovigo venisse a saperlo, e poi senza che nessuno l’avesse visto entrava in una casa colonica, nella campagna deserta, e s’intratteneva per un paio d’ore coi Carbonari venuti apposta da Ferrara, per intendersi con lui sulle armi e le munizioni da introdursi, per distruggere i governi dispotici, dare all’Italia un governo costituzionale, o almeno unire in vincolo federativo i varii governi italiani, tutti però aventi per basi costituzione, libert