Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 31 maggio 2025


Il muggito delle onde, che sollevate da una fresca brezza, si frangevano contro le roccie, impedì al carnefice di udirlo. Il momento era terribile. Fathma stava per essere precipitata nel lago. Un momento ancora e tutto sarebbe finito. Un'improvvisa idea balenò nella mente del greco. Puntò una delle due pistole; s'udì una strepitosa detonazione seguita da un urlo di dolore e da un tonfo.

Poco stante, siccome aveva promesso, tornò il duca di Feira. Egli aveva lasciata la busta delle pistole, e, in cambio di quella, teneva tra le mani un libro, che andò a deporre sulla scrivania, sotto gli occhi di Aloise. Era un grosso volume, legato in cartapecora.

In un batter d'occhio si spogliò, nascose le vesti in una fitta macchia di bauinie, si legò sul capo l'jatagan e le pistole e raggiunta la riva scese risolutamente nell'acqua, nuotando vigorosamente. CAPITOLO II. Fathma.

I ribelli, vedendoli venire addosso, saltarono in piedi colle lancie in aria. O'Donovan, che aveva tratto la scimitarra, ruinò in mezzo a loro spaccando nettamente la testa al primo che gli si parò dinanzi. Fathma e Omar scaricarono le loro pistole sugli altri, i quali, vista la mala parata, si affrettarono a lasciare il posto.

I due entrarono senza far cerimonie, così con i cappelli in capo, e serrarono la porta dietro di loro. Bruto, come macchinalmente, stese le mani sulle due pistole. Ah! ah! ti facciam paura? gridò Alfredo cacciandosi avanti e dando in uno scroscio di risa.

Chi aspetta? mormorò Omar aggrottando la fronte. Si gettò in mezzo ad una fitta macchia di acacie gommifere e attese colle pistole in pugno. Passarono cinque minuti, poi un uomo, un negro quasi nudo armato di una corta lancia e difeso da un grande scudo di pelle d'elefante, sbucò dai cespugli. Con pochi salti egli raggiunse il nubiano che si era addossato al tronco di una palma col fucile montato.

Egli guardò più volte d'attorno con circospezione, con le mani chiuse nervosamente attorno ai calci delle pistole che uscivano dalla larga fascia rossa, poi si spinse fino sul pendìo della collina volgendo gli occhi verso il tugul di Ahmed. Ira di Dio! esclamò egli con rabbia. Chi è questo cane che si intromette nelle mie faccende?

Si levò il ferraiulo, il cappuccio, la zimarra, il collare, le ampie tasche, le scarpe con le fibbie; infilò sbuffando un par di stivaloni, panciotto e bonaca di bordiglione, si legò al collo un fazzoletto rosso, mise sul capo un cappellaccio di feltro nero, la giberna ad armacollo, prese un par di pistole, un coltellaccio a molla, il fucile, e così cambiato che nemmeno il nonno, se fosse tornato al mondo, l'avrebbe riconosciuto, soffiò nel lume, e via al buio remando.

I sennaresi, che avevano tutto da temere dall'abbordaggio degli egiziani, superiori assai di numero, si precipitarono come un sol uomo a poppa aprendo un foco infernale coi fucili e colle pistole. Il cannone manovrato da Omar ricominciò a tuonare a mitraglia, sconquassando la barricata degli egiziani.

Indietro, Fathma! urlò Omar, spingendola bruscamente da un lato. Arrendetevi! intimò una voce furiosa. Il negro invece di rispondere afferrò il fucile per la canna, lo rialzò, puntò una delle sue pistole e fece fuoco. Un urlò accompagnò la detonazione, poi seguì il rumor sordo di un corpo che cadeva a terra. Ah! cani! vociò Fit Debbeud. Mi assassinano la gente!

Parola Del Giorno

drizzargli

Altri Alla Ricerca