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Giselda lasciava fare; si concedeva di buon grado a quegl'impeti di affetto, ma senza ardore di compiacenza, e ad uno spettatore anche meno imbevuto di classicismo che non fosse l'Ariberti, avrebbe fatto ricordare la statua d'una bella dea dei tempi pagani, che si lasciasse umanamente involgere in una nube d'incenso, ma senza smuoversi d'un punto dal suo piedistallo.

Quando Ubaldo fu uscito, il pensiero di quella donna, che egli poteva, che voleva rivedere, operò in lui un miracolo. Don Pio non voleva apparir vinto agli occhi di lei, non voleva la compassione di Maria. Egli sentì a un tratto tutto il peso delle sventure che lo avevano lasciato indifferente per il passato, sentì tutte le amarezze di chi volontariamente si lascia abbattere e ebbe uno scatto di ribellione La rovina, la morte lo spaventarono. E mentre donna Camilla, seduta accanto a lui, lavorava in silenzio, egli teneva ancora gli occhi chiusi, ma con la mente esaminava la sua situazione, vedeva che tutti prosperavano, tutti si avvantaggiavano, tutti arricchivano accanto a lui: uomini politici, giornalisti, ingegneri, amministratori, artisti, operai, domestici; tutti prendevano l'aspetto sereno e tranquillo di grassi possidenti. Egli invece si lasciava stupidamente dissanguare, lasciava che il turbine della rovina lo spazzasse dal piedistallo d'oro su cui era stato deposto, nascendo, dalla sorte, si lasciava finire, si lasciava morire. Ma, doveva e voleva resistere per Maria; l'amore poteva scusare l'offesa che le aveva fatto, ma nulla poteva scusare la sua distruzione, la rovina che si lasciava scendere addosso senza difendersi. Per resistere sentiva il bisogno di rivederla, di supplicarla con la voce, con lo sguardo, con quel volto stesso consunto e invecchiato innanzi tempo dai patimenti, di pronunziare la dolce, la generosa parola del perdono. Con quel talismano nel cuore egli avrebbe riacquistato l'antica energia e impavido avrebbe sopportato gli urti dell'avversit

Elisenda lo guardava atterrita, eppur beata, tanto era sublime quel fiero garzone in quell'atteggiamento di trionfo. Ma intanto la fiamma sconvolta divorava il cero e mordeva il dito d'Estebano. Quando il pesante candelabro fu ricollocato sul suo piedistallo, della torcia non rimaneva più che un mezzo pollice appena; le lettere H e I della sigla erano dileguate.