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Aggiornato: 29 giugno 2025
Ella indugiava a rispondere. Lo guardava fiso, negli occhi, nell'anima. Mentre le voci dei conduttori annunziavano un nome incomprensibile, disse finalmente, pianissimo, passandosi una mano sulla fronte: Vuoi che lo lasci?... Lo vuoi proprio?... Sarebbe molto più facile che tu non creda. Sulle prime egli non comprese.
Felice? Sono come un uomo liberato da una grave e crudele croce. Quando la depone, egli si sente mortalmente stanco: e, forse, si domanda, se quella croce non era la sua vita. Non so che farei, per vedervi felice, Serra essa gli mormorò, pianissimo, con tenerezza. Quando volete, sapete anche esser buona. Non siate così amaro. È da un'ora, che vi parlo con la più grande dolcezza.
Ed ecco, per la terza volta, ritornare la melodia; Anne-Marie la suonò, piano come un sospiro pareva suonare in sogno e fece un gruppetto pianissimo, di una leggerezza così vaporosa, che il Professore si cacciò violentemente le mani in tasca e l'assistente stupefatto volse il capo dal pianoforte e la guardò.
Tu?... ripetè l'esterrefatto, pianissimo, quasi in un soffio, chinandosi verso di lei, afferrandola agli omeri, figgendole gli occhi nell'anima, trapassandola con lo sguardo infiammato. Sì, io. Tu, ora? Dopo aver visto la mia pena al solo pensiero del ritorno di quell'uomo? Quando c'era una via d'uscita da quest'inferno, tu stessa l'hai chiusa? Mi dirai almeno perchè?
Ed ecco che Anne-Marie spicca la volata della cadenza ascendente, e si ferma sul pianissimo «re in alt», colla morbida sicurezza con cui una piccola volatrice di trapezio mette dopo un volteggio il piede fermo. Bemolle, che stava in piedi, si siede improvvisamente. Il Professore che era seduto, si alza in piedi. Ora Anne-Marie lancia come un razzo la seconda cadenza.
Guardinghi e cauti si fecero avanti anche questi appressandosi al primo; e quale non fu la sorpresa di Gabriele riconoscendo nella persona che stava di mezzo agli ultimi venuti, il Cancelliere Maestro Lucio Tanaglia: volea levarsi, farsi palese, e chiedere ad esso lui, come e perchè fosse salito a quell'ora insolita sulla muraglia, e di qual parte venissero quegli uomini che seco erano; ma quatto ristette senza moversi, udendo in tal punto lo stesso Tanaglia pronunciare tremando a mezza voce queste parole: Benedetta gente, perchè trattare così con un galantuomo... con un vostro Milanese... con uno che cercava di farvi del bene... Taci, dissero ad una voce, ma pianissimo, quei tre Ma signore Iddio, riprese Maestro Lucio un po' più forte, voi volete veramente... Zitto, o mori: ripeterono gli altri più piano alzando tre pugnali. Maestro Lucio si contorse e tacque. Quello ch'era salito innanzi agli altri, s'accostò al rialzo della casamatta, vi si mise carpone d'appresso, e andò tastando e percuotendo leggermente il terreno tutto d'intorno col pomo dello stile sinchè sentì rimbombarsi di sotto un suono di cavit
A me non è accaduto nulla di questo. Come? diss'ella, diventata grave. Io non ho amato nessuna donna frivola o perfida.... Oh sì, Serra, voi avete amata la più frivola e la più perfida fra le donne! ella esclamò, pianissimo, con un velo di lacrime negli occhi. Che importa quella?
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