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Lucevan li occhi suoi piu` che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, con angelica voce, in sua favella: "O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura, e durera` quanto 'l mondo lontana, l'amico mio, e non de la ventura, ne la diserta piaggia e` impedito si` nel cammin, che volt'e` per paura;

Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, che ’l piè fermo sempre era ’l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ’mpediva tanto il mio cammino, ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto.

Per la qual cosa dice Virgilio: «Per che mi fece del venir piú presto: E venni a te», nella piaggia diserta, dove tu rovinavi dove il sol tace, «cosí come ella vòlse»; quasi voglia dire che altrimenti non sarei venuto. «Dinanzi a quella fiera», cioè a quella lupa ferocissima, «ti levai, Che del bel monte», sovra 'l qual tu vedesti i raggi del sole, «il corto andar ti tolse»; percioché, se davanti parata non ti si fosse, in brieve spazio saresti potuto sopra il monte essere andato; dove per lo suo impedimento, a volervi pervenire, ti convien fare molto piú lungo cammino.

Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, che ’l piè fermo sempre era ’l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ’mpediva tanto il mio cammino, ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto.

Poi ch'ei posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, si` che 'l pie` fermo sempre era 'l piu` basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi 'mpediva tanto il mio cammino, ch'i' fui per ritornar piu` volte volto.

I o tratto a l'ombra d'un gentil boschetto V idi, giacendo su la piaggia erbosa, S tarsi donna solinga e penserosa, T urbata in vista, col mento sul petto. I n tal vaghezza stava, ch'ivi intorno N é fu pianta augel che non movesse A lei mirar e seco ne piangesse. I' mi le appresso e per veder m'abbasso.

Noi eravam dove più non saliva la scala , ed eravamo affissi, pur come nave ch’a la piaggia arriva. E io attesi un poco, s’io udissi alcuna cosa nel novo girone; poi mi volsi al maestro mio, e dissi: «Dolce mio padre, , quale offensione si purga qui nel giro dove semo? Se i piè si stanno, non stea tuo sermone».

Dalla quale considerazione si levan presti coloro, li quali invano non ricevono la divina grazia, e per la diserta piaggia a salire al monte muovono i passi loro. E dice «diserta», percioché ancora è sterile e senza alcun virtuoso frutto l'anima di colui che pure ora ora comincia a partirsi della via del peccato.

‘In exitu Isräel de Aegypto’ cantavan tutti insieme ad una voce con quanto di quel salmo è poscia scripto. Poi fece il segno lor di santa croce; ond’ ei si gittar tutti in su la piaggia: ed el sen , come venne, veloce. La turba che rimase , selvaggia parea del loco, rimirando intorno come colui che nove cose assaggia.

Sul caldo umor, che la ferita piove, Tutto si bagna, e nel morir si scuote: Tal veggiam traboccar quercia di Giove, Che con bipenne il villanel percote; Ei del carro talor con travi nove Vuol ristorar le fracassate rote, E taglia il piè di pianta aspra, selvaggia, Ed ella ingombra in sul cader la piaggia.