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Quando Francesco e Venturino furono condotti a morte, Alpinolo era stato trascinato ai piedi del palco, perchè, secondo la sentenza, dovesse fare le veci di manigoldo. Ma era facile eseguire la condanna in ciò che concerneva il suo cadavere, non era altrettanto nell'armargli la mano contro di coloro, che tanto aveva egli fatto per salvare.

Don Pio guardò il Rosati e atteggiò le labbra a un lieve sorriso di scherno vedendo quel tugurio basso, tutto pieno di tavole, i quartaroli del vino posati sulle panche e vedendo sopratutto quei pezzi d'uomini di bandisti aggruppati sopra il palcoscenico, con le quinte più basse di loro e le teste che rimanevano celate dal palco; ma fu un sorriso impercettibile, e messosi l'occhialino all'occhio sinistro si accostò alla sora Lalla e le stese la mano.

Avveniva talvolta che le proteste contro uno spettacolo mal riuscito od uggioso, per qualche latente istigazione dei partiti agitatori, si chiudessero coll'invasione del palco scenico, con pioggie di patate, di torsi di cavoli, di bicchieri e d'altri più rovinosi proiettili.

Disse una parola di complimento alla Fiorelli, la celebre prima donna, sul modo divino con cui aveva cantato la sera prima nei Vespri, offerse alla duchessa di M. il fiore che portava all'occhiello, parlò per cinque minuti con un segretario del ministro. Alla sera si affacciò al suo palco.

I primi ad entrar nel palco, dal quale cadeva la pioggia di sangue, videro un uomo con la testa tutta sfracellata, appoggiata al davanzale del palco e il cui corpo si era ripiegato nell'angustia dello spazio, cadendo, dopo la spaventevole ferita. Le persone entrate proferivano grida di orrore.

Era un pezzo che da un palco di terz'ordine, un uomo, rimasto sempre avvolto in un largo mantello e che si teneva nell'ombra del palco, la guardava, fissando in lei con insistenza il cannocchiale. La principessa, alzando gli occhi, avea notato quell'individuo e la sua insistenza.

In tutto, dunque, undici: una borghesia grassa, grossa, beatamente cretina, piena del suo merito, piena di disprezzo per quello che è fine, per quello che è artistico; un palco borghese che fioriva alla luce del gas, nel teatro Sannazaro.

Quando la sfera del grande orologio elettrico sovrastante al palco scenico toccò il mezzodì, il sipario si alzò rapidamente e gli occhi della folla furon paghi.

Nel mettersi al suo posto la giovine cercò collo sguardo il suo salvatore, che stava confuso cogli altri sul palco, estatico, coll'archetto in mano, sul quale faceva scorrere della polvere di pece, e gli sorrise graziosamente.

Quando arrivò al suo palco era la una, l'ora dell'appuntamento. Lei si mise a guardare attentamente nella platea, dove si agitava una folla nera e urlante, variegata di costumi vivaci e di dominò chiari. Ballavano, saltavano, con le braccia in aria, le gambe di qua e di l