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Aggiornato: 7 maggio 2025
«Elena, dolcissima donna mia,» favella Manfredi correndo armato di piastra e maglia verso la Regina, e le strinse con la mano aspra di ferro la sua delicata così fortemente, che per assai tempo vi portò la impronta violetta; «Elena addio! avanti che il sole tramonti io sarò vittorioso, o morto.» Poi senza attendere risposta si volse ai figli, e gli abbracciò, e li baciò: «Voi sarete felici, spero; se però la fortuna statuisse altramente, sovvengavi in ogni caso voi esser nepoti d'Imperatore, figli del nobile Manfredi; l'unico insegnamento che un Re vinto può dare ai suoi figli per ben condurre la vita è di saper morire; una, voi lo sapete, è la via per cui si viene alla luce, perchè una la cagione del vivere; innumerabili quelle per le quali si fugge, perchè innumerabili le cagioni del morire; se la natura ci aggravò di travagli, ne concesse anche il modo di deporli: non temete la morte; bugiardo è chi l'afferma terribile; più l'uomo le si avvicina, meno gli apparisce repugnante; al punto di abbracciarla, par bella; serbate, miei figli, i vostri giorni contro la persecuzione, contro la miseria, ma non obliate che il cielo ha fatto un asilo contro la infamia sotterra...» Piangevano tutti; Manfredi gli sogguardò amoroso, e soggiunse: «In questa guisa dunque voi date animo al vostro Re per la vicina battaglia? Conviene accompagnare col pianto un guerriero al pericolo? In verit
Voi non avete certo obliate le missioni officiose di La Ferrière, di Reizet, di Pietri, di Poniatowski. Il conte di Cavour fece accettare a Parigi il programma del barone Ricasoli.
Basta, Maud fece il principe. Voi obliate però una parola, fra tutto codesto. Ora, se questa parola, che voi obliate adesso, la ritroverete giammai nel vostro cuore, ditemela! perchè giammai un uomo non avr
«Abbiatevi il mio perdono.... vivete.... ponete l'amore vostro in più avventurosa donzella, e che possa corrispondervi; me obliate.» E questo disse con voce soffocata; poi soggiunse con maggiore amarezza: «Rogiero, tanta corre la distanza in questo mondo tra noi, che non potete sperare di essermi unito in nessuno altro luogo che in cielo, dove, tolta ogni molesta distinzione, siamo tutti uguali nell'amore di un Solo.»
Ed ora fra le tue onde versicolori io vedo, in un gioco abbagliante di fuochi e di specchi, tutto il passato mio che lentamente affonda!... Il mio vasto cuore affamato che un tempo abbaiava alla luna come un cane, vomitando macigni di voce arrogante nelle tenebre fonde... il mio vasto cuore affamato di polpe siderali, galleggia in balìa dell'onda come una gonfia carogna, a zampe all'aria, scortata da sciami rombanti di grosse mosche verdi... Io vedo intanto, nella tua elastica trasparenza, farsi pallide e rosee, delicatissimamente, guance molli d'amore di lontane amanti obliate.
Parola Del Giorno
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