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Aggiornato: 16 luglio 2025
Mi sono dilungato sui discorsi dell'on. Nasi perchè egli fu il solo autorevole a smentire tutti gli oratori che lo avevano preceduto e lo seguirono, e che non trovandosi di accordo neppure col governo, si creò una situazione nuova, specialissima.
Nasi i cui singolarissimi giudizî troveranno un posto speciale ed insistette nel dimostrare i danni del latifondo, il rapido passaggio dal benessere al disagio economico vivo e sentito da tutte le classi e non dai soli lavoratori.
Vivevano insieme dividendo il letto e la mensa e le tribolazioni da cinquantacinque anni, e s'erano tanto guardati nel bianco dell'occhio, che a poco a poco i due volti avevano come fatto la smorfia l'uno all'altro, e se non erano i nasi, si avrebbe detto che Sulpicio e Concetta fossero fratello e sorella.
Ma i nasi, non ci era verso, avevano voluto rimaner tal quali, ed io dico che di nasi più in antitesi non mi toccò mai di vederne in vita; quello del marito, incurvato a becco d'aquila, come un curioso che guarda a tutto ciò che entra in bocca, quello della signora Concetta, rivolto in su, come un prudente che si tira indietro quanto può per non dar soggezione ai buoni bocconi.
A tali parole, i grandi del regno si avanzarono come un sol.... grande. I grandi del regno! mormorò la regina all'orecchio dell'augusto consorte egli poteva ben dire: i grandi nasi! Re Cucurbio, per dissimulare la sorpresa e la convulsione del ridere, rispose al ministro ed alla moglie con due sternuti.
La conclusione sorprese, e tutti compresi i suoi intimi si domandarono la ragione del discorso. Si avrebbe potuto cercarla nel livore contro qualche collega suo e contro alcuni organizzatori dei Fasci suoi nemici politici e personali; ma escludendo pure questi moventi non belli si può ammettere che l'onorevole Nasi fu spinto a parlare dal desiderio di lanciare qualche freccia all'indirizzo dell'on. Crispi, e dall'altro non meno ardente di difendere l'antico ed amato ministero dell'on. Giolitti, e sopratutto fu mosso dalla patriottica e generosa preoccupazione di annunziare alla Camera che ai mali d'Italia e forse dell'umanit
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