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Aggiornato: 13 giugno 2025


Per uno straniero, quelli son momenti assai tristi. Mi ricordo che avrei dato del capo nel muro. Erravo qua e l

Rotaie profonde di autocarri, matasse di reticolato e immondizie. La villa è realmente quasi intatta. Ha una ferita leggera di granata. Ne palpo le schegge cadute a terra. Il muro ha resistito. La porta è ingombra di rottami. Saltiamo dentro dalla finestra. Questa è la camera da letto, dice Franci, aggrappandosi a una poltrona. Io avanzo nella penombra esplorando.

Finalmente ne darebbe testimonianza una dipintura a fresco, che sbiadata e guasta si vede tuttavia nel muro a rimpetto il lato occidentale della cattedral di Palermo, in quell'antico edifizio ov'era la cappella di Santa Maria Incoronata, detta così perchè vi s'incoronavano i nostri antichi re.

Un gran muro s'ergea davanti a me, implacabile e altero come la disperazione!

Un uomo di quella levatura vorrebbe nodrire speranze e passare a minacce quando non si sentisse le spalle al muro? A me non apersero tutta la cosa, e in ciò li lodo. Qual merito ho io per entrare a parte di trattati, ove ne va la sorte di tutta la Lombardia?

È un labirinto di strade strette, fangose e cupe, fiancheggiate da case vecchissime, che pare debbano cadere in rovina a dare un calcio nel muro. Dalle corde tese fra finestra e finestra, dai davanzali, dai chiodi piantati nelle porte, spenzolano e svolazzano sui muri umidi camicie sbrandellate, gonnelle rappezzate, vestiti unti, lenzuoli macchiati, calzoni cenciosi. Davanti alle porte e sugli scalini rotti, in mezzo alle cancellate cadenti, sono esposte le vecchie mercanzie. Rottami di mobili, frammenti d'armi, oggetti di divozione, brandelli d'uniformi, avanzi di strumenti, frantumi di giocattoli, ferramenti, cocci, frangie, cenci, tutte le cose che non han più nome in alcuna lingua umana, tutto quello che hanno guasto e disperso la ruggine, il tarlo, il foco, la rovina, il disordine, la dissipazione, le malattie, la miseria, la morte; tutto quello che i servitori spazzano, che i rigattieri ributtano, che i mendicanti calpestano, che gli animali trascurano; tutto ciò che ingombra, che insudicia, che puzza, che stomaca, che contamina; tutto si ritrova l

Tornato alla dimane, con una bella giornata di sole, ricominciai il mio lavoro. Il modello mi si dimostrava più amico, arrivava perfino a sorridermi. Quando rimisi la tela appoggiata al muro e stavo per licenziarmi, lui mi fece con la sottile vocina: Vulite 'o vasillo? Io gli detti un altro soldino. Questa volta ebbi due piccoli baci su tutte e due le guance. Mi volsi uscendo.

76 Agramante dal muro una gran banda di fanti avendo e di cavalli tolta, col re di Feza subito li manda, che dietro ai padiglion piglin la volta, e vadano ad opporsi a quei d'Irlanda, le cui squadre vedea con fretta molta, dopo gran giri e larghi avolgimenti, venir per occupar gli alloggiamenti. 77 Fu 'l re di Feza ad esequir ben presto; ch'ogni tardar troppo nociuto avria.

Quegli artisti mi offrirono, come ricordo, un oggetto che non si trova certo facilmente negli albums di fotografie: il ritratto di Giustiniano, in formato di carta da visita. Essi avevano trovato un'imagine di questo imperatore in certi pezzi di mosaico, che dovevano aver adornato un tempo il muro interno, situato al disotto della porta di Sant'Apollinare l'avevano pulito e fotografato.

Sei tu, Elenka, la bella e buona Elenka che diceva di amarmi tanto e che mi fece cacciare in quest'orrida tomba perchè morissi di fame e di gelosia. Vattene orribile creatura, vattene!.... Elenka s'appoggiò al muro e lo guardò con occhio smarrito per qualche istante. Sei pazzo, Abd-el-Kerim, disse di poi con voce che tremava.

Parola Del Giorno

branchetti

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