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Aggiornato: 27 giugno 2025
E si asciugava gli occhi col grembiale. Allora il furbo le fu attorno con mille moine: era diventato un agnellino: benchè lei si schermisse, cercava d'abbracciarla, ripetendole sempre che non ce n'era vero niente di quel che le avevano impastocchiato, egli non voleva bene che a lei, a lei sola... era pazza che pensava d'andarsene? come farebbe lui senza di lei: e poi, voleva far gongolare gl'invidiosi?... Non lo amava più se non gli credeva.... tornava a giurarglielo, era innocente come Gesù Bambino....
La scena si fu alla Corte, allorquando, ritornato Luchino a Milano, Grillincervello si pose dinanzi a lui ad atteggiare quel supplizio, ora contraffacendo con attucci e moine la rassegnata devozione della Margherita e la profonda piet
Maria era stata ricevuta alla stazione dal parroco, dal sindaco, che era suo fittaiolo, dai ricchi e dai poveri del paese; e mentre saliva sul carrozzone del nonno, tutti volevano salutarla, facevano meraviglie e moine a Lalla che sapeva darsi una certa arietta, e cercavano di stringere la mano a miss Dill, che non avevano mai veduta, e che rispondeva con smorfie, trovando, nel suo sentire d'inglese, quel baccano di pessimo gusto.
O come?... Osi ancora mostrarti indifferente alla desolazione di tuo padre?... dopo esserti lasciata sedurre dalle moine del conte di Montegaldo?... Allora vedo che non sai proprio niente!... mi rispose con imperturbabile calma. Come!... oseresti ancora negare? Sicuro!... devo negare ciò che non è... non è il conte Saverio che mi ha sedotta... sono io che ho sedotto lui!...
Il Mare, in lontananza, sontuosamente arricchito di tutte le luci cadute dal cielo, va delicatamente mutandosi in un magico deserto dall'auree sabbie ondeggianti che all'infinito si stendono. Ombre violette le increspano, e un vento ingegnoso le squama e le niella con carezzevoli soffi, con lente puerili moine.
Un uomo di lettere poche eccezioni salve è il peggiore dei mariti, per una donna che aspettasi a trovare in lui il pontefice massimo della bellezza di lei ed il primo gentiluomo di sua camera un essere previggente, in una parola, dalle piccole moine, espansivo, delicato, innamorato.
La contessa Zanze e la contessa Ficcanaso si facevano mille moine, ma in fondo non si potevano soffrire. E quel giorno poi a trovarsi appaiato nella stessa mortificazione provavano una stizza grandissima. Che vogliano levarsi dai piedi la Ficcanaso pensava la contessa Zanze questo si capisce, ma un trattamento simile a me, che sono della famiglia! E l'altra diceva in cuor suo: Facciano quante asinerie vogliono a una parente povera; chè gi
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