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Aggiornato: 3 maggio 2025


Ed i tuoi porti arcigni com'antri di stregoni, dormenti sotto l'occhio verdastro e tondo d'un faro che veglia, a notte alta, come un gatto a tregenda... e golfi, e rade, e porti dai voraci cantieri, dai moli tesi come lunghe braccia di ladri che brandiscan tenaglie contro la fragilit

«Spacciate una compagnia a quel covo di ladri laggiù! diceva il capo della brigata, levandosi il cannocchiale dall'occhio e segnando con quello il convento: fucilino quanti coglieranno armati, monaci o villani. Le donne, i vecchi, i fanciulli, se ve ne saranno, guai a chi torce loro un capelloUn cavaliere partì come un razzo, a far l'ambasciata.

I preti rifiutarono e furono tutti internati. Alcuni spogliati e denudati dovettero pulire le scarpe agli ufficiali! I bosniaci erano gli esecutori di queste canagliate. Poi vennero gli austriaci. Banda di ladri e di speculatori militarizzati. E che ubriaconi, tutti! Ho visto io sei soldati annegati nel vino di una cantina inondata. Sventravano le botti a baionettate.

Rompere "qualche testa grossa", fare a pezzi gli sciacalli della Cisalpina, gli sfruttatori, i camorristi, i ladri della Cisalpina, ecco le loro espressioni!... Non invento: riferisco. Basta mettere i piedi in un'osteria.... e non si sente altro. Anche il Fontanella si comporta male: è un ingegnere, ma, non ha che chiacchiere: avrebbe dovuto fare l'avvocato.

Gli ho lasciati al fine nel botro pien di fango oltre la vostra grotta e quivi affondavan fino al mento che il putrido lago per i piedi parea tenerli. Hai fatto bene, o mio augello! Serba ancora quella tua invisibile forma e quivi arreca l'esca, dalla mia casa, per chiappare quei ladri. Io vado! Io vado!

Il duca! grida la folla e tutti lo circondano tumultuosamente. Vogliamo i nostri denari! I ladri della Cisalpina ci hanno rubato le nostre paghe! Il nostro sangue! Vogliamo giustizia! !... !... !... risponde il duca balbettando; cogli occhi sbarrati, fissi nel vuoto. !... !... !... Giustizia fino all'ultimo!... Giustizia per tutti!... Giustizia fino all'ultimo.... Lei!... Lei!...

L'individuo entrava nel portone e cominciava a salire le scale; allora Nicola Bonacci chiudeva con violenza il portone e s'appendeva all'anello gridando: Aiuto! aiuto! Accorrevano due o tre persone e qualche vicino s'affacciava alla finestra. I ladri! un ladro! gridava Nicola. Dove? Nelle scale. Bisogna chiamare le guardie!

FILIGENIO. Come volete rubbarmi, se sto in cervello e mi guardo piú di voi che di tutti i ladri del mondo? FORCA. È deliberato scassar lo scrittorio, se non lo può aprir col grimaldello. FILIGENIO. Ma come mi accorgeva del fatto, come andava il fatto per voi? FORCA. V'attossicavamo. FILIGENIO. Al suo padre questo? ahi, figli iniqui! or non dovea cosí scelerato pensiero indurgli terrore?

Tutto il bottino carnico di una armata di ladri. Una gioia acuta ci trafigge le carni, le lacera, quasi vorrebbe sventolare i brandelli della nostra carne patetica. Alt sul ponte. Puntiamo le nostre mitragliatrici giù contro le boscaglie che nascondono le mitragliatrici austriache. Ta ta ta ta ta

MANGONE. Come si dicessi un spogliamari, saccheggialidi, cacciator d'uomini; come si dicessi un ladro publico. CAPITANO. Piacesse a Dio che il mar ben spesso non spogliasse e rubasse me! MANGONE. Or tu che osi rubar i lidi e i mari e gli stessi ladri, hai osato rubar ancor a me. CAPITANO. O ruffiano, lassemi stare. MANGONE. O ladro de' ladri publichi, tornami quel che m'hai rubato.

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