Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 28 maggio 2025
Ma e che altro fa un principe od un governo di qualsivoglia Stato, quando alle monete forestiere, ancorché d'oro o d'argento di buona lega, permette il corso a prezzo maggiore di quello che giustamente converrebbesi, se si proporzionasse l'intrinseca sua bontá e peso alle altre del paese? che altro fa, dico, che barattar le sue buone a quelle di que' principi forestieri, che sono meno buone?
Né per altra ragione permetteva Costantino imperatore nella legge prima De ponderatoribus, registrata nel decimo libro del Codice di Giustiniano, che li suoi popoli pagassero le gravezze in oro coniato o non coniato allo stesso peso, se non perché la sua zecca non valutava le monete se non quello che valevano secondo l'intrinseca bontá, senza difalcare né pure le spese di zecca.
E questa è la ragione, che impone necessitá quasi precisa a tutti i principi di valutar le loro monete giusta l'intrinseca valuta e bontá loro, senza vantaggio della propria borsa in altro che in quel poco di signoraggio, che, oltre la spesa di zecca, scarsamente si pigliano; nel che fra loro passa per consuetudine certa convenienza, o ne tolerano i popoli il poco danno, che dal trasporto di quelle monete ne' Stati alieni ne vien loro.
Né sola è la proporzionata valuta, che si dá alle monete per l'intrinseca bontá, la causa dell'alzamento delle monete, ma anche la mancanza nel peso; imperciocché l'abuso di molte cittá d'Italia di tolerare gli ori e gli argenti di minor peso del giusto, lasciandoli correr al valore di quelle che seco portano il giusto peso, ha dato occasione a due maniere di tosar le monete: una sola delle quali è infame e soggetta alla punizione; l'altra, sebbene indirettamente produce gli stessi effetti, pure è esente d'infamia non meno che di castigo.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca