United States or Faroe Islands ? Vote for the TOP Country of the Week !


E nel plaustro sedeva una donna avvenentissima, tutta velluti e trine e gemme, dalla quale si diffondeva come una luce che rischiarò splendidamente l'aula e fece impallidire i raggi del sole meridiano. Il plaustro ristette ai piedi del seggio del Presidente; la fata smontò ed appressandosi alla figliuola ed abbracciandola, le disse: «Che vuoi Rosmunduccia?» e le diè un bacio proprio di cuore.

<<Leva la testa e fa che t'assicuri: che cio` che vien qua su` del mortal mondo, convien ch'ai nostri raggi si maturi>>. Questo conforto del foco secondo mi venne; ond'io levai li occhi a' monti che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. <<Poi che per grazia vuol che tu t'affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l'aula piu` secreta co' suoi conti,

Se l'aula del Senato non crollò per lo fragore delle salve di applausi, del tripudio festoso e delle urla di gioia; se il povero Sennacheribbo non fu dilaniato e soffocato almeno dagli abbracciari, dagli spintoni e dalle strette di mano d'amici e d'ignoti, che volevan vederlo, accarezzarlo, onorarlo; ascrivo la cosa a miracolo. Tutti gli erano addosso, tutti gli si ricordavano. Il Commissario governativo gli fece scuse umilissime, allegando gli ordini dei superiori, le necessit

L'aula vasta, fredda, grigia, nuda di arredi; sulla parete scialba il simbolo della giustizia e della misericordia, il Cristo; di fronte il ritratto del re; tavoli e sedie, roba vecchia, triste, dalle linee dure ed angolose. I giudici, cuori morti, anime fatte pietra, impassibili, indifferenti; la figura pallida e severa del pubblico accusatore, destinato alla eterna parte del carnefice morale; i giurati, gente per lo più ignorante, spesso insensibile, talvolta crudele: di sopra a tutti costoro la idea alta, pura, sublime della legge e contro la legge, fuori di essa, contro lo Stato, contro la societ

Sentendosi un po' le gambe intorpidite egli scese dalla cattedra e si mise a passeggiar su e giù per la classe. Delle varie file di panche non ne erano occupate che due, cosa del resto naturalissima, inquantochè quella era l'aula destinata al secondo corso e gli esaminandi appartenevano all'ultimo, sempre meno numeroso.

E a proposito della balbuzie intempestiva del duca d'Eleda, nel gran caffè di Borghignano si raccontava certo fatterello piuttosto piccante. Un giorno, alla Camera, il duca d'Eleda doveva fare un lungo discorso sul nuovo trattato di commercio tra l'Italia e il Belgio. Il nome del relatore, nuovo alle battaglie parlamentari, la importanza della tornata, avevano popolata l'aula e le tribune.

Doveva essere l'ultima data della sua vita. Tutti i sogni e i dolori passati gli fecero ressa al cuore: l'aula rigurgitava di scolari, alcuni professori erano presenti. L'applauso, fragoroso ed insistente alle sue prime parole di saluto, gli mozzò il respiro costringendolo ad abbassare la testa per nascondere le lagrime, che gli cadevano grosse dagli occhi. Quella folla volgare, sempre la medesima di tutti gli anni, in tale momento si trasformava anch'essa come accade sempre a tutte le folle sotto la pressione di un qualunque sentimento. Egli era gi

<<Leva la testa e fa che t'assicuri: che cio` che vien qua su` del mortal mondo, convien ch'ai nostri raggi si maturi>>. Questo conforto del foco secondo mi venne; ond'io levai li occhi a' monti che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. <<Poi che per grazia vuol che tu t'affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l'aula piu` secreta co' suoi conti,

Nonostante il caldo, l'aula di Montecitorio presentava quello che i giornalisti dicono un aspetto imponente. C'erano bensì, durante la lettura del processo verbale, parecchi vuoti nei vari settori, ma si sapeva che i deputati erano sparsi nei corridoi, e avrebbero preso il loro posto al momento opportuno.