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Aggiornato: 11 maggio 2025
Certo il valentuomo s'era trovato più volte a simili scontri, fors'anco a più gravi, e quello doveva parergli la cosa più naturale dal mondo. Incrociarono le spade. Ma era scritto lassù che il combattimento non dovesse aver principio così presto. Un grido li rattenne in quel punto e li costrinse a smettere.
Il signor Price volle proprio interrogare in nostra presenza quelle piccole mendicanti. Esse mostrarono le loro teste, che aveano sempre tentato di nascondere, non sotto le lenzuola, che non erano abbastanza lunghe, ma fra le loro mani. E poi mettendosi a sedere sul letto, incrociarono pudicamente le due braccia sul petto, e finalmente fissarono sopra di noi uno sguardo di estrema dolcezza.
Dopo questa frase sacramentale, i due avversarii, salutati alla lesta i padrini, incrociarono le spade. Sulle prime non fu altro che un giuoco di finte. I due avversarii si studiavano a vicenda, per vedere se l'accennar d'un colpo passasse senza che fosse parato dall'altro. Lorenzo Salvani stette molto a spiegare il suo giuoco; egli parava largo anzi che no, a guisa di principiante.
«Un grido generale, disperato, s'alzò da tutti i petti; tutti gli sguardi, tutte le braccia si tesero verso di me: esclamazioni d'orrore, di spavento, di rimprovero, di minaccia, si incrociarono; tutti parlavano, tutti gesticolavano senza intendersi, mentre il professore più frenetico di tutti, picchiava disperatamente i pugni sulla tavola urlando: « Disgraziato! l'avete ucciso! l'avete ucciso!«
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