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Aggiornato: 13 maggio 2025


Le mamme sono tutte uguali. Così fosse! L'amore materno è una delle tante generalizzazioni di cui non sappiamo disfarci. Conosco mamme così crudeli e spietate verso i loro figli, che il paragonarle con le tigri.... sarebbe un'offesa per le tigri. La Contardi non era precisamente di queste; la miseria però l'aveva inasprita.

Sbarazzato del suo rivale, Filippo Rotunno cominciò l'assedio. Fallì l'intento. La passione, inasprita dalla resistenza, si fece persecutrice. Essa non riescì neppure. Filippo minacciò, battè, insultò, denunziò tutti coloro che s'interessavano alla giovinetta, la proteggevano, le davano del lavoro; fece loro tutto il male che potè e li scoraggiò. Concettella cadde in una squallidissima miseria. Il poco che guadagnava non le servì per nudrirsi o per vestirsi, ma per pagare un posto in una barca ed andare a visitare Gabriele al bagno di Procida. Questa fedelt

Quella lettera fu come un po' di balsamo sul cuore esulcerato del giovine. Ma era soltanto una goccia, una misera goccia, sottratta da un mar d'amarezze. L'anima sua s'era inasprita: tutto quanto vedesse dintorno a , gli tornava molesto; si chiudeva nel profondo della sua coscienza, e vi trovava le ricordanze del passato, che gli si tramutavano tosto in veleno. Egli avrebbe voluto non vedere, non udire, non pensare, fino a quel momento supremo, nel quale aveva posto ogni sua volutt

« È egli a me, domandò Biale con voce fremente ma contenuta, ch'ella ha dato del codardo? «Quell'altro lo guardò dall'alto al basso con supremo disprezzo. « A lei: rispose villanamente. «Carlo non fu più padrone di : gli era da parecchi giorni che soffriva cotanto, e la sua anima inasprita non ne poteva più, e il suo sangue agitato dalla febbre gli bolliva irrefrenabilmente.

Lucia ne era urtata, quasi offesa; sopra tutto inasprita. Le guastavano la solitudine, le rapivano la dolce quiete del suo angolo tranquillo. Perchè?... perchè?... non era dunque possibile vivere a proprio modo?... La libert

Ma, come accade, Elisa è inasprita dal suo stesso dolore, che quasi a vendetta di , la quale si lascia commovere dall’infelicit

Due anni dopo ero stufo di calze come di Dante. Lavoravo per ammazzare il tempo. La mia anima trambasciata non era più nel lavoro. Era la praticaccia che me lo faceva fare ancora con del gusto. Incominciavo a credere, col mio compagno, che sciupavo il tempo nel mestiere della vecchia sdentata che assecchisce sotto la cappa del camino. L'abitudine del movimento aveva resa inutile la mia attenzione. Così il mio pensiero sbrigliato mi ripiombava, di tanto in tanto, a filosofare sulla mia incommensurata disgrazia. Maledivo e stramaledivo il mio difensore governativo, l'avv. Alfonso Alberosa, che mi aveva strappato dall'ultimo supplizio. Quante volte mi sono augurato ch'egli fosse stato afono! Non mi avrebbe salvato il collo. Pazienza. Allora avevo paura di morire. Nel Castellaccio, invece, sognavo la morte. La privazione della vita, credetelo, non è il massimo dei castighi. La condanna a vita , che è peggiore della morte esasperata, inasprita dagli ordigni che lacerano e squartano, e lasciano appesi come un quintale di delinquenza! Beccaria assassino, tu sei stato il più iniquo degli scrittori penali italiani. La tua è stata una vendetta, una atroce vendetta. Tu hai voluto sottrarci al carnefice per inebriarti dei nostri tormenti. Se la libert

Torniamo alla tassa. Scorsero i quattr’anni prescritti, e si sperava non se ne sarebbe più parlato; ma essa venne inasprita con la inclusione di altri veicoli non tenuti di conto dianzi. Il 16 marzo del 1786 si torna a pubblicare il bando sopra le carrozze con la seguente gradazione di imposta: carrozze padronali, onze tre; birocci, timonelle, ossia tarioli, canestri a due cavalli senza cocchiere, padronali o di affitto, due; carriaggi ad un cavallo, carri da buoi, carretti, da citt

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