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Perchè immagina ei tutta in miserande Cure avvolta la turba ivi adunata? In ogni loco, ottusa al Bello, al Grande Langue, è ver, più d'un'alma sciagurata, Ma gente è pur che il Grande, il Bello ancora Sente con forza, e, quando sente, adora.

2. SI DEVE USARE IL VERBO ALL'INFINITO, perchè si adatti elasticamente al sostantivo e non lo sottoponga all'io dello scrittore che osserva o immagina. Il verbo all'infinito può, solo, dare il senso della continuit

E non c'è da farne meraviglia. Per ragioni che si chiariranno in questo articolo, i filologi si sforzano ad affermare e dimostrare che la filologia è tutt'altra cosa da ciò che essa è in effetto. E quest'altra cosa, naturalmente, ciascuno la vagheggia, la immagina, la definisce, secondo il proprio desiderio, la propria fantasia, il proprio ingegno. È troppo ovvio che ne derivi una babele. E ingenuit

Che se questa gloria di aver fondato e perfezionato nel medesimo tempo la prosa italiana paresse troppo scarsa agli ammiratori del Macchiavelli, la gloria di Dante fondatore della poesia non dovrebbe sembrar loro molto maggiore, giacchè fra prosa e poesia la differenza non è poi grande quanto il volgo immagina, essendo entrambe egualmente necessarie alla vita del pensiero nazionale. E alla prosa solo Macchiavelli deve la popolarit

Vedeva troppo bene che Paolino contava di poter mangiare almeno il giorno di Natale qualche cosa di schiettamente sano. Essa non immagina punto il mio pensiero, disse fra il buon uomo, a cui spiaceva e come uomo e come marito di mostrarsi in qualche parte da meno di sua moglie.

È il giorno dei morti, la nebbia fuma intorno alle finestre della solitaria villa dove son ospite dei miei nipoti, mi chiude nelle memorie del passato. Qualcuno ripete sotto di me, al piano, non so che musica monotona di esercizi: odo nella stanza vicina passi tranquilli di servi. Nessuno immagina quel ch'io faccio, quel ch'io sento. La mia mano trema, il mio petto è un palpito solo, le lagrime mi ascendono alla gola. E il racconto parr

Essi pur, benchè da loro Lunge sia mio seno oppresso, San che li amo, san che spesso A lor palpito vicin: San che sol la minor parte Di me preda è degli affanni; San che l'alma ha forti vanni, Che il suo vol non ha confin. Lode eterna al Re de' Cieli Che m'ha dato questa mente, Che lo immagina, che il sente, Che parlargli e udirlo può! Morte, invan brandisci il ferro Di che mai tremar degg'io?