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Aggiornato: 19 giugno 2025


Sappi, lettor, se tu non se' francese, che a Parigi non s'usa quella trama di proibir, come in altro paese, d'andar nel chiostro a visitar chi s'ama. In qualche giorno questo vien permesso: correa quel giorno libero l'ingresso. Mette il zendal Marfisa in sulla testa, facendo «bao bao» col suo ventaglio; giugne al convento, e la campana presta tira, e gran picchi fe' dare al battaglio.

Pace tra noi, ch'amor ciò vòl, o privo d'amor e pace miser animale, bello dianzi ed or lordo e schivo! Amor sia, prego, e pace teco, ché ale augel mai vola senza, alma, cui amor e pace manchi, ad alto sale. Ahi! misero, che speri? ove fugace te sottraendo a l'ira vai? ché altrove ben giugne al varco l'empio contumace! Dove vai? di', dove?

verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch'a mezzo novembre non giugne quel che tu d'ottobre fili. Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato e rinovate membre! E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non puo` trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma. Purgatorio: Canto VII

verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch’a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili. Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato, e rinovate membre! E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma. Purgatorio · Canto VII

E qual e` quei che volontieri acquista, e giugne 'l tempo che perder lo face, che 'n tutt'i suoi pensier piange e s'attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi 'ncontro, a poco a poco mi ripigneva la` dove 'l sol tace. Mentre ch'i' rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco.

verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch'a mezzo novembre non giugne quel che tu d'ottobre fili. Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato e rinovate membre! E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non puo` trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma. Purgatorio: Canto VII

Tacque allor Giovanni: la mattina a appellava alle armi i Francesi tutti de' contorni, agguerrita gente, e vera milizia feudale; e, rotto il silenzio, confortavali a scansare e vendicar forse il fato dei lor compagni. Ed ecco l'oste di Palermo, che a cercar del fuggente s'era mossa co' primi albori, entrata sulla traccia, a gran passo a Vicari giugne.

Si resiste per un tempo più o meno lungo; si surroga un'intrapresa novella ad una che sia stata sventata; si pone in opera novelli mezzi; picchiasi ad ogni porta, si cade d'animo insino a tanto che si spera ottenere un resultato, per quanto sia tenue. Ma giugne il giorno in cui la convinzione di nuocere alla causa cui vorrebbe servire s'impadronisce dell'uomo anche animoso.

«E quale è que' che volentieri acquista». Per questa comparazione ne dimostra l'autore qual divenisse per lo impedimento pórtogli da questa bestia, dicendo: «E quale è que'», o mercatante o altro, «che volentieri acquista», cioè guadagna, «E giugne 'l tempo che perder lo face», qual che sia la cagione, «Che 'n tutti i suoi pensier», ne' quali si solea guadagnando rallegrare, perdendo «piange e s'attrista; Tal mi fece la bestia senza pace», cioè questa lupa, la qual dice esser animale senza pace, percioché la notte e 'l sempre sta attenta e sollecita a poter predare e divorare: «Che venendomi incontro», come soglion fare le bestie che vogliono altrui assalire, «a poco a poco», tirandom'io indietro, «Mi ripignea ove il sol tace», cioè nella oscura selva, della quale io era uscito.

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