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Aggiornato: 12 luglio 2025
Giorgi invece prendeva per la propria musica le mosse dal paradiso di Dante; e se la parola e l'immagine avevano rappresentato Cristo, la musica doveva esprimere lo spirito, questo inaccessibile rimasto senza culto, e che veglia come una luce di zaffiro in fondo a tutte le coscienze.
Propose quindi a Bice di venirglielo a leggere: lo avrebbero commentato insieme. Giorgi non parlava più. Da due giorni sua moglie era fuori di casa, colla figlia, in una continua baldoria coll'amante. Egli aveva trovato la casa deserta e il proprio letticciuolo senza materasso; la moglie, che occupava colla fanciulla il grande letto matrimoniale, glielo aveva senza dubbio venduto.
Giorgi non sapeva chi fosse stato Spinosa, ma comprese la terribilit
Rosa, gridò alla vecchia: Giorgi è ferito alla fronte.... è stata lei. La vecchia alzò gli occhi senza rispondere, perchè sapeva gi
Bice non ebbe il coraggio d'insistere, quindi fece tutti gli sforzi per non piangere accompagnandolo sino all'uscio dello scalone: adesso sapeva che Giorgi aveva voluto sentir suonare da lei il proprio De Profundis. La sua commozione diventò così intensa che capì di non doverne parlare con alcuno.
Giorgi e Prinetti seguitavano a contare con voce sommessa: Giorgi pareva un ragnatelo e Prinetti una foca, ma l'uno aveva scritto nella musica sacra forse le ultime più belle pagine, traducendo la violenta passione dell'anima moderna nella eterna passione umana verso Dio; l'altro aveva viaggiato trent'anni, e per dieci era rimasto in Africa lottando per l'abolizione della schiavitù, viaggiatore e soldato eroico, senza riportarne nemmeno la tentazione di scrivere i propri viaggi in un tempo, nel quale non si viaggia più che per scrivere.
V'era lo sgabello di Giorgi, la sedia americana di Prinetti, quel servizio da tè, gli albums, gli ultimi giornali ancora aperti, religiosamente conservati al medesimo posto. E le altre sale più ricche spiravano un senso anche più desolato di abbandono.
Il dottore, allegro di essere riuscito ad interessare Bice con quel discorso, si lasciò battere volentieri. L'eterna guerra fra la scienza e la filosofia! replicò sorridendo: voi ci accusate di non capire, noi vi accusiamo di non fare. Tu dovresti stare per la scienza, Bice, e farci il thè. Trecentoventinove, proruppe Giorgi: dottore, Prinetti ha bisogno di voi, sta male.
La contessa Ginevra, Prinetti e Giorgi erano tornati prudentemente alle loro sedie per non aumentare la commozione di quella scena, della quale il dottore cominciava gi
Giorgi dormiva in uno stambugio, dietro la cucina; non aveva che quel vecchio canapè e un pianoforte verticale. Bice indovinando in lui qualche nuova disgrazia gli prese una mano. Ma egli si schermì, non voleva offendere le pure orecchie della fanciulla con quel racconto.
Parola Del Giorno
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