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Sia quel che si vuole, Eccellenza, purchè per il reo non siano condannati gli innocenti. Dio santo! continuò Gino, animandosi. Avevo gi

Dica Lei, signor conte; mormorò Fiordispina, a cui era rivolto il discorso di Don Pietro. Non l'oserò mai; disse Gino, che avrebbe dato volentieri il nome della fanciulla. Bene, vedrò dunque io d'interpretare il suo pensiero; rispose Fiordispina. Facciamo una cosa alta, non è vero? Siamo in alto per questo; disse Don Pietro.

Accettiamolo dunque. Ma se quella bionda vi sente, povera la nostra barchetta! A proposito! disse Gino. Mi fate pensare che bisogna tener d'occhio la riva.

Possiamo immaginarci che ciò fosse per effetto di riconoscenza. La fanciulla dei Guerri aveva dimostrata tanta sollecitudine per lui! Il meno che Gino potesse fare in ricambio, era di darle un primo premio di bellezza. E di bont

Me ne guardi il cielo! rispose Gino, tentando di disarmare suo padre con l'umilt

Gino aveva fatto il viso malinconico, parlando così; Fiordispina fece il viso serio, udendo quelle parole. Ecco, diss'ella, ora mi fa torto. Non ci ha scritto nessuno prima di Lei; non ci scriver

Così tutti quei giorni di purissima gioia erano passati davanti agli occhi di lei. Pensando a quei giorni, era possibile immaginare che Gino non fosse più Gino? No, l'amore che gli traspariva dal volto, che aveva reso tante volte eloquente il suo labbro, doveva essere custodito così gelosamente nel suo cuore, com'erano custoditi da lei tanti poveri fiori appassiti. Infine, doveva andare. Poteva egli ribellarsi al comando? Dimenticar la famiglia? quella famiglia, in cui ella stessa... No, doveva andare, non poteva trascurare i suoi, le persone da cui dipendeva tutto, anche per lei, per la sua felicit

C'entra, rispose Aminta, per escire da Querciola e ritornare alle Vaie. In un'ora siamo venuti quassù; in tre quarti d'ora saremo di ritorno a casa. Ma, veramente.... balbettò Gino. Non sar

Ezio non diede segno di capire, ma si mosse per salutare la bella marchesa Lenzi che montava sul ponte in compagnia di due giovinette sue nipoti e di don Gino Corsi. La Lenzi, che dopo aver divorata tutta la sua parte di felicit

Bene, venga allora con me. Gino s'inchinò e la seguì. Fiordispina andava leggiera lungo le invetriate della stufa. Sicuramente, se egli fosse rimasto l