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Aggiornato: 4 giugno 2025


Vi erano belle voci di giovanetti, bassi stupendi, talchè anche in questo vespro del Ghetto si poteva riconoscere l'influenza di Roma. Anche il popolo d'Israele può menar vanto del suo miserere. Quella povera gente andava superba, ed era felice di saper fare essa pure una produzione artistica nel suo povero quartiere sperduto. Le lodi che loro si manifestavano erano accolte con vero compiacimento.

«Io passavo tranquillamente l'esistenza colla mia Rebecca, nel ghetto di Roma, con una piccola bottega da merciaio. Non ero ricco, ma potevo, col mio commercio ed una vita sobria, essere indipendente da chicchessia.

Ho assistito nel Ghetto alla festa di Pasqua; seppi per caso che era prossima, passeggiando pel Ghetto, e scorgendo davanti a tutte le porte i rami di cucina rilucenti di pulizia, e tutte le fonti occupate da gente che lavava, puliva arredi e masserizie domestiche. Mi si disse che ciò si faceva a motivo della festa di Pasqua, che era imminente.

Il moro Scellal ci condusse a prendere il in casa sua. Entrammo per uno stretto corridoio in un cortiletto oscuro, ma bellissimo; bellissimo, ma sucido quanto le più sucide case del ghetto d'Alkasar. Fuor che i musaici del pavimento e dei pilastri, tutto era nero, crostoso, viscoso, schifoso. Vi sono due stanzine buie a terreno; al primo piano, gira una galleria, e sulla sommit

E questo fu detto, e lo andremo ripetendo, finchè la esecrazione pubblica non gli abbia presi a sassi: ella è la morte dei lupi affamati; tornate, o paltonieri, ai solchi aviti, che vi piangono lontani, tornate magari nel ghetto a vendere ciarpe, scorticate clienti, uccidete infermi, tuffatevi rospi nel sembiante, e più nell'anima nei fanghi del Sebeto e della Dora; tutto men peggio, che vedere caduta la Patria tra gli artigli di questi sciagurati adoratori della nuova Trinit

Torna ad onore di Pio IX l'avere atterrato le mura del Ghetto, la qual cosa avvenne, come mi accertarono gli ebrei stessi, prima della rivoluzione di Roma; in guisa che il merito di questa disposizione si deve attribuire per intiero al pontefice, e non fu una concessione fatta allo spirito dei tempi. Caddero le mura e le porte del Ghetto, ed in seguito, in conseguenza delle nuove idee, fu data facolt

Augusto aveva fatto costruire in onore di sua sorella Ottavia quel magnifico portico a due file di colonne. Una parte della facciata esiste ancora ed è addossata al mercato del pesce, che confina col Ghetto, presso la chiesa di S. Angelo in Pescheria, ch'è un'antica basilica, la cui storia si riconnette con quella degli ebrei, perchè nel medio evo erano costretti ad ascoltarvi le prediche. E' veramente un caso senza esempio nella storia che presso quei portici di Ottavia, l

Rinchiusi nel Ghetto, gli ebrei non ne erano punto proprietari, poichè le case appartenevano ai Romani, e vi avevano stanza pure famiglie distinte, come i Boccapaduli. Erano quelli proprietari; gli ebrei soltanto inquilini. Perchè potessero rimanere perpetuamente rinchiusi in quelle strade, era mestieri assicurare loro un modo durevole di starvi, poichè senza di questo gli ebrei si sarebbero trovati esposti a due pericoli: mancanza di tetto, qualora i proprietari non avessero voluto averli più per inquilini; impossibilit

Finalmente Paolo IV stabilì il Ghetto, quartiere per l'abitazione obbligatoria degli ebrei. Fino ai suoi tempi avevano questi goduto, tuttochè non fosse loro espressamente garentita, della libert

Antonietta dette di nuovo in uno scoppio di pianto e tra le lacrime ripeteva, come nei giorni del delirio, quando era stata chiusa nel Ghetto, e vegliata da Isacco, dal Tittoli e da Lina: mamma!... o mamma mia!

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