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Aggiornato: 30 aprile 2025
«Un grido generale, disperato, s'alzò da tutti i petti; tutti gli sguardi, tutte le braccia si tesero verso di me: esclamazioni d'orrore, di spavento, di rimprovero, di minaccia, si incrociarono; tutti parlavano, tutti gesticolavano senza intendersi, mentre il professore più frenetico di tutti, picchiava disperatamente i pugni sulla tavola urlando: « Disgraziato! l'avete ucciso! l'avete ucciso!«
Quei cavalieri andavano a porsi su d'un poggio, donde si scopriva tutta la valle sino a D....., di cui si vedevano biancheggiare nell'ultima luce del giorno i tre vichi. E guardando verso quelli con grossi cannocchiali, gesticolavano parlando tra loro, forse del brulichìo d'Alemanni, che coll'aiuto di quegli strumenti, vedevano farsi in quel luogo.
Le vanterie dell'assalto rimbalzavano da palco a palco ora che tutti erano rivoluzionalmente occupati. Molte mani gesticolavano per aria in segno di trionfo o agitavano cappelli: parole oscene scoppiavano, affermazioni superbe di monelli che gremiti nel palco della Prefettura e della Giunta municipale vi assumevano con grazia scimmiesca atteggiamenti gravi di magistrati, ma per lanciare subito altre urla di gazzarra, ricomponendosi a un rimbrotto inaspettato, accendendo tutti i razzi di un riso inconscio e strepitoso, pel quale l'aspettazione di quanto deve succedere vale più di quanto succeder
In quell'istante si udì il rumore dello sparo d'un'arma da fuoco. Vi fu un panico. Tutti erano rimasti sbigottiti. La gente si alzava in piedi, le signore si spenzolavano dai palchi; conturbate, esterrefatte. In alcuni palchi del terz'ordine si vedevano spettatori, che gesticolavano in modo furibondo. Fermi tutti gridò una voce robusta si tratta di un suicidio!
S'avviarono verso casa Guerini evitando di passare in mezzo al paese; però nelle vicinanze della villa incontrarono delle brigate di operai, che ragionavano fra loro e gesticolavano con vivacit
Ecco quello che mi occupava... che mi ha per tanti mesi occupato... Alla fine avevo rinunziato, lo confesso, alla speranza di riuscire a identificare l'orma di quel piede... Molto tempo dopo, riflettendo al delitto... non pensavo mai ad altro... mi rammentai che una notte del 1831, mentre ero di servizio, in uno degli androni del Ghetto, avevo udito certi insoliti rumori, i quali mi avevano insospettito... Ero entrato nell'androne... avevo visto gente a qualche distanza in una stanza aperta e illuminata... due uomini che gesticolavano, e un'ombra di donna, che appariva di tanto in tanto sulla parete... Inciampai in un ferro... subito il lume fu spento... Rimasi al buio nel lungo androne nel quale gettava qualche bagliore la mia lanterna...
Parola Del Giorno
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