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Aggiornato: 10 giugno 2025
Se non che lo spirito garibaldino, forse per alcuna ora sopito nel mio cuore, si ridestò repente e disperse tutte sì fatte anticaglie. Rammentando che entrammo in quattordici a Napoli e che Napoli fu nostra, scrissi un biglietto di contr'ordine alla guardia del Borgo e comandai al mio seguito: A cavallo per Forio.
Enrico tornò a casa all'ora del desinare e pranzò colla Elisa, la quale di quando in quando, allorchè egli le sorrideva, alzava i suoi occhioni innocenti e belli in viso al garibaldino, mentre due altri sguardi, tutt'altro che indifferenti, andavano spesso a impetrare dalla vergine un amichevol occhiata, ch'ella quel giorno si ostinava di non conceder loro.
Aveva inventato un romanzo: s'era dato per un tal Giuseppe Del Santo da Bergamo, un garibaldino che aveva versato il sangue per la patria, dopo d'averle sacrificato un posto di segretario, che occupava in casa di un ricco signore di Padova: aveva parlato di sciagure domestiche, di persecuzioni, ed era riuscito a gettar la polvere negli occhi di tutti.
Cosa volete? Proferii io maravigliato. C'est un espion... c'est un Prussien! Ma no... io sono un Garibaldino! Risposi in francese. Non è vero.. non è vero! Urlava più che mai indemoniata la folla.. Me vi dico di sì... ve lo garantisco. Alla Mairie, alla Mairie Dalli alla spia!... Abbasso i Prussiani! Caput a Bismarck!
Per tutte queste ragioni il discorso del prof. Falci scritto per un chimico membro del R. Istituto, uno dei XL di Moderni, S.c. della K. K. Ph. Ph. W.G. ecc. ecc., potè servire benissimo per un cuoco garibaldino democratico: e chi lo legge oggi tra le necrologie stampate in onore di Palamede Botigella dice che è bellissimo. Anche il Secolo trovò modo di lodarlo con queste parole: «Il prof.
Prima di sera, com'era stato previsto, Taddeo, il buon Taddeum, luccicante nella nuova livrea, una specie di uniforme di sottufficiale garibaldino, presentò al colonnello una lettera urgentissima "particolare" col timbro della banca Kloss e C. Ma, nè di quella lettera, nè del seguito delle trattative, Mariano Perego non ebbe, e non dimandò nessuna notizia.
«Due soldati francesi stavano svaligiando un povero ferito garibaldino. L'uno lo sorreggeva in piedi, e l'altro lo svestiva e derubava. In quel mentre apparve il prode maggiore Tanara alla testa di parecchi volontari, ed i malandrini, non sì tosto lo videro, piantarono nel ventre al ferito la baionetta e si diedero alla fuga. Uno di essi però pagò la sua infamia, e fu ucciso.»
Sono obbligato di cacciare egualmente in questa categoria il signor Crispi, per allogarlo in qualche luogo. Un giorno io domandava a Crispi: Siete voi Mazziniano? No, mi rispose egli. Siete voi Garibaldino? Neppure, ei replicò. E chi siete voi dunque? Io sono Crispi.
Ad ogni modo, se egli si allontana con infinita cautela dal partito garibaldino, altri vi si barricano, e sono numerosi e gagliardi. Il capo di questo partito è Mordini nell'eclissi di Bertani.
E i discorsi proseguirono. Un vecchio garibaldino d'umore faceto e poetico, che aveva conosciuto Don Giovanni in una campagna con Garibaldi, si pose a raccontare degli aneddoti. In uno di essi, il più piccante, generale e cappellano avevano amato in comune una monaca della carit
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