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Aggiornato: 14 maggio 2025


Io vedo, sclamò Ferdinando, che se noi fossimo ancora ai tempi del marchese Tanucci e ch'e' bisognasse avere ancora delle lotte di supremazia con la Santa Sede, per la sua superiorit

Le furono portate; se ne ornò le spalle e la testa, dipoi scese dal letto, si compose con bel decoro sopra un sedile, si pose i figli a destra e a sinistra; quindi parlava a Corrado: «Vedete, Cancelliere, quello che a noi rimane sappiamo, morire da Regina; se noi fossimo Cavaliere, non avremmo dimandato a persona quello che dovremmo operare

Fin che c'è lui non si può mutar di punto in bianco le proprie abitudini... seppellirsi vive, chiuder la porta alle amiche, ecc., ecc... Fossimo pure innamorate come Didone... Appunto anche lei era vedova interruppe la Teresa.

Era un'Italia forte e libera che egli sognava, erano Italiani intelligenti, attivi, che desiderava vedere, ma voleva fossimo Italiani solo, null'altro che Italiani.

« Sebbene noi avessimo sperato finora da te ciò che da padre prudente può sperare figliuolo amoroso, e sebbene a dispetto dei nostri vassalli fossimo stati riverenti al tuo cenno, ciò nullamanco ti abbiamo provato per tale quale appena avrebbe saputo mostrarsi il più pernizioso nemico dell'impero germanico. Ci hai scemato il nostro ereditario potere; ci hai negato l'onore che dal vescovo di Roma è dovuto al re dei Romani. Con maligna arte hai sedotti i vassalli italiani a rinnegare la sovranit

«L'ultima volta ch'io vi lasciai, vi strinsi la mano, e ci promettemmo, che se di allora in avanti ci fossimo mai incontrati nel mondo, ci saremmo veduti come amici: adesso così mi accogliete voi? Bandite ogni paura; sentite, io vivo;» e così parlando gli pose una mano sul braccio in atto amoroso.

Se di questa ferita non muoio, possano le mie ossa non avere quiete nel sepolcro, possa mancarmi il cibo alla fame, l'acqua alla sete, il sonno alle pupille, possano i demonii impossessarsi dell'anima mia e straziarla di rimorsi e di paure finchè vivo, e col fuoco eterno dopo la morte, se non mi vendico di mio fratello fossimo entrambi a morire sul medesimo letto, fossimo entrambi a comunicarci al medesimo altare giuro di non perdonargli mai, mai, mai!

Inferno: Canto VIII Io dico, seguitando, ch'assai prima che noi fossimo al pie` de l'alta torre, li occhi nostri n'andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre e un'altra da lungi render cenno tanto ch'a pena il potea l'occhio torre. E io mi volsi al mar di tutto 'l senno; dissi: <<Questo che dice? e che risponde quell'altro foco? e chi son quei che 'l fenno?>>.

«Qui si conviene usare un poco d’arte», cominciò ’l duca mio, «in accostarsi or quinci, or quindi al lato che si parte». E questo fece i nostri passi scarsi, tanto che pria lo scemo de la luna rigiunse al letto suo per ricorcarsi, che noi fossimo fuor di quella cruna; ma quando fummo liberi e aperti dove il monte in dietro si rauna,

Io ignorava ancora gli accordi stretti col governo francese, ma presentii un tradimento possibile. Determinai stargli a fianco, e giunti che fossimo a Saint-Julien, negargli, occorrendo, il potere. L'insurrezione iniziata avrebbe probabilmente sentito la propria forza e concesso minor importanza al prestigio di un nome.

Parola Del Giorno

all'albino

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