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Aggiornato: 18 giugno 2025
Poi trasvolò, coll'aquile Delle legioni, a Roma; Ed intrecciando i lauri Alla flüente chioma, Cantò i trionfi, il sonito Delle tube guerriere, Le spoglie e le bandiere Del Lazio vincitor. E quando la Repubblica, L'invincibile atleta, Sotto il pugno di Cesare Si sfasciò come creta, Ella, che adora il genio, Nella bellezza avvolto, Baciò, plaudente, in volto L'audace lottator!
Ogni volta che ricordo mio padre, lo rivedo come in quel giorno, presso la finestra del suo largo studio, alto, aitante della persona, coi folti capelli brizzolati che gli mettevano una specie di aureola attorno alla fronte, con la barba fluente su l'ampio torace; e mi par di sentirne risonare la parola a scatti, accompagnata da vivacissimi gesti che rivelavano tutta la foga della sua anima forte ed equilibrata.
Il più grazioso fra i ministri è il signor Cassinis, ministro di grazia e giustizia. Quest'uomo amabile, avvocato distinto, parlatore fluente, ha sempre il sorriso sulle labbra. Egli è il solo ministro che non s'impazienti mai delle interpellazioni e delle interruzioni. Egli sorride sempre, e non manca mai di risorse e di cortesia. Brofferio e Mellana gli fanno passare dei tristi quarti d'ora: nondimeno egli non perde giammai il suo buon umore, la sua facilit
E finalmente un dì, sovra un giaciglio Nitido d’ospedale, Un negro augello dal ricurvo artiglio Su me raccolse l’ale. E son morta così, capisci, sola, Come un cane perduto, Così son morta senza udir parola Di speme o di saluto!... Come lucida e nera e come folta, La mia chioma fluente!... Senza un bacio d’amor verr
Conforti, con talune tinte più fosche, riproduce parecchi di questi tratti. Per Conforti la parola non ha altro ufficio che quello cui le attribuiva Talleyrand, dissimulare le proprie idee, o servire il proprio intendimento. Questa parola è fluente, flessibile, ornata, simpatica, talvolta un po' gonfia. Conforti è certo uno dei migliori oratori della Camera: ma ha il buon gusto di non prodigarsi. Egli è stato ministro a Napoli di Ferdinando II, di Garibaldi, di Vittorio Emanuele. Non ha lasciato desiderio di rivederlo; ma neppure repulsione, nè la mala fama che contaminò altri. Gli fe' torto l'agognare a popolarit
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