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Il signor Francesco Guerri s'inchinò leggermente. Un inchino costa poco e fa risparmiare molte parole inutili, pericolose. Signor conte, ripigliò il commissario, volgendosi a Gino, voglio sperare che i doveri del nostro uffizio ci permetteranno di vederla domattina, al suo passaggio da Fiumalbo.

Eravamo in parecchi, amici provati, ed anche avvezzi a fare insieme quelle escursioni estive. Uno di essi, l'ingegnere, conosceva benissimo i luoghi, e ci aveva anche assicurato che presso Fiumalbo, da certi suoi conoscenti, avremmo trovato alloggio e cavalli, per far l'ascensione con ogni comodit

Ah, la signora marchesa voleva dunque conoscer tutto, per filo e per segno; sapere ciò che lo aveva trattenuto, ciò che gli aveva reso dolce il suo luogo di pena! Quella donna che per tanto tempo aveva mostrato di non darsi alcun pensiero dell'amico proscritto, quella donna che aveva lasciate senza risposta le sue lettere, che era passata da Fiumalbo, non curante di lui, superba, gloriosa di altre conquiste, quella donna aveva seguiti i suoi passi! Non gi

Vedete un po'! Ed io che ero tanto felice di non dover più pensare a quell'episodio di Fiumalbo!... Perchè allora ci siete ritornato stamane? domandò la marchesa.

Tra l'antica rappresentazione e il caso presente correvano per altro due differenze. Gino Malatesti non aveva ancora piantata la lancia nella gola del drago, e Fiordispina, anche pregando con tutto il fervore dell'anima sua, non aveva l'aria di guardare ad altro, come la principessa di Cappadocia. Fiordispina teneva gli occhi rivolti a Fiumalbo, a quella lunga fila di monti e colline che separavano il Cimone dalla pianura modenese. Di l

Come manderò io questa lettera? disse Gino, dopo averla suggellata. Se fosse ancora qui l'applicato! Ma l'applicato seguitava il signor commissario sulla via di Fiumalbo, e il conte Gino pensò che il mettersi sulle tracce dei due personaggi, anche col pretesto di mandar notizie a suo padre, non sarebbe stato senza pericolo.

Ma per allora, anche non intese in quel modo, le cortesie della cugina e di tutti i parenti delle Vaie erano molto gradite da Ruggero Guerri, e non meno dalla famiglia Campolonghi. E la conseguenza di tanto gradimento fu una argomentazione come questa: Se non possono gli sposi andare a Fiumalbo, per la stagione che sar

È una burrasca che potrebbe dar noia anche a lui. Pellegrino Menghi, famiglio di casa Guerri, partì quella medesima notte da Fiumalbo, conducendo a Modena un carico di legname. Erano bei tronchi d'acero, debitamente stagionati, che andavano ad uno stipettaio modenese, la cui commissione era stata ricordata in buon punto.

Tu ci sei stato, da quelle parti, e dovresti anche conoscerla, quella bellezza rara. Che bellezza? Dove? riprese Gino, turbato. Laggiù, al numero quindici. Prendi il binocolo, se vuoi vederla meglio. È una Guerri, di Fiumalbo.