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E al suo ritorno in corte, che era egli mai avvenuto? Lui audacissimo tra i migliori del Finaro, lui salvator suo e primo sostegno della sua casa, celebrava il marchese; però, tra le lodi e i plausi universali, madonna Bannina, la virtuosa castellana, o la sua lieta figliuolanza, gli aveano fatto gran festa.

Questi, che avea nome Abate, recatosi a Genova, mentre il Senarega scendeva da Osiglia al Finaro per abboccarsi con Galeotto e far le viste di raccomandargli la pace, mostrò ai Genovesi esser tra loro discordi i signori della lega.

Invero, entro le mura del Finaro e proprio nella corte dei signori del Carretto, c'era taluno che intorno ai consigli di messer Pietro poteva saperla più lunga che non il marchese Galeotto. Ma quest'uno ci aveva le sue brave ragioni per non dirne nulla al marchese e non turbare l'allegrezza recata nel castel Gavone da un primo giorno di sole.

Ben s'era commessa la Repubblica alla signorìa del Visconti, ma per essere tutelata dalle intestine discordie, non tradita a' suoi nemici; infine, scosso da dodici anni il giogo di lui, doveva ripetere tutti i suoi diritti sugli altri, riconoscere donazioni e larghezze del suo a coloro che, come appunto il marchese del Finaro, si adoperavano sempre a' suoi danni.

Questa valle, che per amore del Medio Evo io dirò del Finaro, ma che i lettori possono, senza scrupoli di coscienza, chiamar di Finale, è stretta, ma piana, e la si abbraccia tutta quanta in un colpo d'occhio.

Quella bastita, del resto, anche avanzandosi egli col grosso delle schiere entro la valle del Finaro, doveva rimanere il suo ricettacolo, il suo emporio, la sua piazza forte. Però l'aveva innalzata in luogo così eminente e lontano, e fatta così ampia, così validamente munita.

Il Picchiasodo, per far conoscere la sua condizione più umile rispetto al suo nobil compagno, si era fermato sui due piedi, ma colla berretta in capo, da soldato e non da servitore, a poca distanza dall'uscio. Siate il benvenuto, messere; disse il marchese Galeotto al nuovo venuto, per offrirgli occasione a parlare; e che cosa recate al Finaro?

Cotesto faremo anche noi, dando una sbirciata allo scritto. «Al magnifico signor Galeotto, marchese del Finaro, salute.

Colpevoli i Doria di essere stati primi a molestare i Carretti; colpevoli questi, nelle persone di due dei loro, Galeotto del Finaro e Giorgio di Zuccarello, di aver mosso guerra e fatto devastazioni gravissime nella valle di Oneglia, dominio amplissimo e rispettato dei Doria.

Il colpo era fatto da una imboscata di pochi genovesi, e per fermo riusciva, se le donne del Finaro, correndo a furia sul luogo e tolte in iscambio d'un drappello a rinforzo, non avessero tratto i mal capitati cavalieri dalle ugne dei nemici. Anche le donne combattevano, od altrimenti uscivano fuori per dare una mano ai mariti.