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Aggiornato: 20 maggio 2025


La sola delizia, il solo sentimento di consolazione a lui rimasto di quel tempo era la memoria della chiesa del villaggio, alla quale correva la mattina della domenica, in frotta cogli altri fanciulletti. Com'era bello quell'altare, quel luogo venerato e tranquillo, rischiarato dal lume de' ceri, che parevangli tante stelle!

I figli, comunque fanciulletti si fossero, che il maggiore non arrivava ai sette anni, piangevano anch'essi di allegrezza, ed esultavano aggruppati in atti dolcissimi quali intorno al padre, e quali intorno alla madre. Monsignor Guerra e Marzio, quantunque li premesse urgente il bisogno di mandare ad esecuzione certo loro disegno, non ardivano turbare la santit

Ah Dio! credo di divenir pazza... non lo dica, eccellenza... pensi che abbiamo tre figliuoli... tre fanciulletti innocenti... che non hanno colpa di nulla... E che cosa ci posso fare io?... Egli doveva pensarci, prima di mischiarsi nelle cospirazioni della setta. Adesso l'ha fatta: la pagher

Le donne erano sedute sui rispettivi usci coi bambini in collo; i fanciulletti ruzzolavano in terra nel sudiciume, mangiucchiando un resto di zuppa, fatta con pane granturco e brodo di acqua e lardo.

Nell'umile campo santo del paesello, verso il cadere del de' morti, una donna pregava, inginocchiata sull'erboso terreno, in mezzo a due fanciulletti, l'uno di forse dieci anni, l'altro di sette al più; i quali, colle manine in orazione e gli occhi fissi a una rozza croce senza nome, parevano accompagnare in quell'atto innocente la sua preghiera.

Ritorno col pensiero ad un tempo molto lontano, io non aveva compiuto ancora i tredici anni, e le camerate del collegio di B m'avevano accolto da pochi giorni in mezzo ad una nidiata di vispi fanciulletti. Ve n'erano di grandicelli, ma la più parte erano più piccini di me; così che nel primo giorno che io vi era entrato, la mia comparsa era stata causa di molte gare fra i miei nuovi compagni.

Lascio figurare qual notte angosciosa avevano passata Lucia e Teresa: solo i fanciulletti, che in sulla sera avevano ottenuto un poco di cibo, avevano poi dormito placidamente per tutta la notte. Le povere afflitte vedevano volontieri don Omobono, del quale conoscevano la semplicit

Guglielmo Tell insuperbiva della propria onnipotenza; guardava ironicamente quei bietoloni che lo ossequiavano e salutavano in mille maniere, sorrideva sotto la barba rossastra ed il suo maggior divertimento era mostrare che per lui non finivano mai gli anni, i peli non incanutivano mai, non si chiudevano mai le pupille. Egli pareva dire: ecco, io son padrone di tutti quanti. Cenate quando voglio io: andate a letto quando voglio io: vi alzate quando voglio io. So far di meglio che abbattere le poma in capo ai fanciulletti. Prescrivo fior di leggi alle persone autorevoli del paese. Il cappellano fa suonar l'avemaria quando glielo dico io; il sindaco celebra i matrimoni quando glielo consento: il maestro apre la scuola quando lo avverto. Nulla si può fare senza consultarmi. Anche il sensale qui presso vende e compera le sue vacche dopo avermi chiesto consiglio. Poveri diavoli! il cappellano morir

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