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Aggiornato: 17 giugno 2025


Estebano mormorò: La luna piange! e i due giovanetti s'arrestarono immobili a guardarla, mentr'essa benignamente li inondava di raggi. Allora comparve illuminato e purissimo il viso della fanciulla.

Mia soave Elisenda, la chiamava Estebano, mentre il suo cuore batteva convulso come l'ali d'una farfalla trafitta da uno spillo; poi continuava: Posa, posa la tua bianca mano sulla mia fronte e penserò dei poemi! ed Elisenda posava la mano sulla fronte d'Estebano.

Tu, intanto, va dal tuo cavallo con un pugno d'avena, perché non muoia di fame. Questi, cugina mia, non sono uffici da principi, rispose Estebano; lascia che il cigno provveda egli stesso al suo pane e il cavallo alla sua avena. Non istaccarti da me: il tempo fugge, l'ora batte alla porta. Guai a chi esce dal cerchio che gli segnò la fortuna!

Estebano meditò; poi disse: Sorella, la gloria non e altro che un grande amore diffuso su molti popoli e su molti secoli; ma l'amore è una soave gloria condensata in un cuore solo e in un'ora sola. È più bello l'amore: Mejor es penar Sufriendo dolores Que estar sin amores.

Se io morissi ora, rispondeva Estebano, l'angelo sarebbe gi

Nel mezzo della lista apparivano queste parole miniate in rosso: ANATHEMA SIT Estebano s'era messo gi

L'orologio del vescovo Olivarez batté due tocchi. Ogni volta che quell'orologio scoccava, Estebano trasaliva. Quell'orologio è lugubre, pensò; pare il dito d'uno spettro che bussi l

Le loro labbra si confidavano così gl'incanti dell'iride che li affascinava: Estebano, mormorava Elisenda, vedo un paese azzurro come una notte serena e come il canto della tua voce; poi vedo uno sciame di farfalle volanti in mezzo a un fumo di mirra!

Il lucignolo della torcia era mezzo affogato nella cera liquida che affluiva intorno ad esso come un lago oleoso; quando quella cera traboccò giù pel candelabro, la fiamma si ravvivò come per incanto e brillò luminosissima e fissa. Estebano guardò Elisenda che non profferiva parola; poi, con un supremo sforzo, si levò e corse alla fiamma del cero colla pergamena spiegata.

Immobili, Estebano ed Elisenda, fissavano sempre la luna. A far vieppiù tenace la loro contemplazione s'aggiungeva lo sgomento che provavano entrambi nel sentirsi vicini e l'indicibile terrore del guardarsi nel viso. S'amavano gi

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